Oggi vogliamo presentarvi una guida fondamentale e molto semplice su come assemblare PC muovere i primi passi nell’assemblaggio personale di vari componenti, operazione che spesso scoraggia i meno pratici ai lavori manuali ma che in realtà è alla portata di tutti.
Assemblare PC non richiede tanta manualità o strumenti complessi, come avrete modo di scoprire attraverso questa nostra guida all’assemblaggio di un computer: le operazioni basilari da seguire sono poche e molto semplici. Ovviamente bisogna portare attenzione in alcune fasi delicate, ma nel complesso con un po’ di pratica diventerà un’operazione automatizzata e veloce.
Guida: Assemblare PC
In questa “guida definitiva per assemblare PC” abbiamo raccolto nella prima pagina tutti i passaggi chiave necessari a portare a termine questa operazione, mentre nelle pagine successive abbiamo approfondito tutto ciò che riguarda i componenti cruciali che costituiscono un computer. Nelle prossime pagine dunque troverete dettagli ed approfondimenti utili per inserirvi nel mondo dell’hardware.
Assemblare un PC – Quale hardware scegliere
Prima di poter montare i vari pezzi è necessario comperarli, a tal proposito esistono diversi negozi online e fisici, ed ognuno di voi potrà decidere se affidarsi ad un negozio locale o acquistare in rete per approfittare di cataloghi più completi e, perché no, prezzi più vantaggiosi. Ciò che importa è che acquistiate da rivenditori autorizzati con garanzia italiana! Spesso in rete si trovano offerte eccezionali che possono tentare, ma i prodotti venduti sono privi di garanzia italiana e risultano importati da altri paesi, con la conseguenza che in caso di RMA i tempi per le riparazioni saranno biblici.
Per assemblare un computer, in linea generale, è necessario avere i seguenti componenti:
- Un case
- Un processore
- Una scheda madre
- Un kit di memorie RAM
- Una unità di storage, SSD o HDD
- Un alimentatore
- Un dissipatore (spesso incluso nella confezione del processore)
- Una scheda video (nel caso quella integrata nell maggior parte delle CPU non sia sufficiente)
Nei processori più recenti i produttori da qualche tempo inseriscono un comparto grafico, nel caso in cui dobbiate fare un utilizzo base del computer limitandovi alla navigazione web o ad un classico utilizzo ufficio, allora potrete tranquillamente fare a meno di acquistare una scheda grafica dedicata. Lo stesso discorso vale per il dissipatore, incluso nel 99% dei casi nella confezione del processore.
È altrettanto vero, nonostante non segnalato nell’elenco, che molti case sono provvisti di un alimentatore. Tale bundle è spesso riconducibile a prodotti di fascia bassa i quali certamente potrebbero essere sufficienti per computer basilari, ma di cui vi sconsigliamo l’acquisto in quanto l’alimentatore è cruciale per la longevità del sistema. Nella pagina dedicata all’alimentatore spiegheremo come sceglierne uno adeguato al vostro obiettivo.
Oltre alla indispensabile componentistica dovrete dotarvi di alcuni accessori e di alcuni strumenti necessari al corretto montaggio dell’hardware. A tale scopo dunque sarà bene avere un paio di cacciaviti a croce con la punta non troppo grande, una pinza, delle fascette per organizzare alla fine i cavi, e nel caso non sia compresa con il dissipatore, una buona pasta termica!
Prima fase: preparare il Case
Il case è ciò che vi permetterà di tenere assieme tutto il vostro hardware in maniera sicura ed ordinata, e si occuperà inoltre di garantire il giusto afflusso d’aria alla componentistica mediante feritorie e predisposizione all’alloggiamento di ventole. Ogni case ha poi una serie di caratteristiche di spicco, le quali variano da modello a modello, per farvi un’idea delle tipologie di case esistenti e delle differenze tra uno e l’altro, vi consigliamo di approfondire l’argomento prima di continuare mediante la pagina qui dedicata.
Generalmente un case o cabinet è composto da un pannello frontale, dove si possono trovare le aperture per i drive bay (vani) da 5,25 pollici (come i classici masterizzatori DVD, o rehobus), i tasti di accensione e spegnimento e alcune porte USB o connettori audio. Troviamo poi una facciata posteriore, dove generalmente spuntano fuori le porte I/O della scheda madre, le uscite video della scheda grafica ed il retro dell’alimentatore per collegare il cavo di alimentazione.
Le paratie laterali di un case invece consentono l’accesso alla componentistica o al retro di essa, in quanto tra una parete laterale e l’altra vi troveremo la piastra di supporto dedicata al montaggio della scheda madre.
Per questa guida siamo riusciti ad ottonere grazie ad NZXT un H440, privo di alcune caratteristiche precedentemente elencate (mancano le aperture frontali per masterizzatori, lettori SD, rehobus, etc), ma ottimo grazie alla sua colorazione per meglio fornire immagini chiare e dettagliate delle varie fasi di montaggio.
La prima cosa da fare sarà togliere la paratia laterale che garantisce l’accesso all’interno del case, a questo punto dovrete montare i distanziali della scheda madre, i quali vengono forniti con il case e non sempre sono già montati al suo arrivo. Questi si presentano come nella foto che riportiamo qui di seguito e nel caso dell’H440 di NZXT sono di una colorazione nera.
I distanziali vanno montati in corrispondenza dei fori di fissaggio della scheda madre, dovrete perciò prendere la vostra scheda e vedere la distanza tra un foro e l’altro, e con l’aiuto di una pinza poi, avvitarli saldamente sui fori predisposti sulla piastra di fissaggio del case. Aprendo l’immagine successiva vedrete il risultato di questa operazione. Fate attenzione a fissarli con energia ma senza esagerare, sui distanziali verranno infatti fissate le viti di supporto della scheda madre e nel caso uno di questi non fosse ben avvitato, in fase di smontaggio della scheda potrebbe svitarsi e venir via con la motherboard.
Seconda fase: montare processore e memoria RAM
Una volta predisposto il case per alloggiare la scheda madre, conviene montare processore e RAM nei rispettivi alloggiamenti sulla motherboard. Effettuando questa operazione subito si avrà modo di lavorare più comodamente durante la delicata fase di inserimento della CPU nel suo socket, e sarà ancora più semplice installare eventuali dissipatori aftermarket preparando da subito le staffe necessarie.
Per scoprire cosa sia un socket, quali siano i componenti di una scheda madre ed i vari formati in commercio, vi rimandiamo alla pagina dedicata qui riportata.Con un breve riassunto delle informazioni fondamentali scoprirete tutto ciò che c’è da sapere prima di procedere all’assemblaggio, nella stessa pagina troverete poi tutte le informazioni correlate alle varie tipologie di CPU ed ai vari kit di RAM esistenti.
Dopo aver approfondito la tematica scheda madre, processore e RAM, possiamo procedere al montaggio di questi tre componenti. Per prima cosa prendiamo la scheda madre e riponiamola su un piano di lavoro stabile e pulito, evitate di appoggiarla sopra oggetti metallici o che possano in qualche modo graffiarne il retro. Eventuali graffi profondi o colpi potrebbero intaccare le piste di trasporto dei dati rendendo la motherboard inutilizzabile. A questo punto aprite la gabbia del socket in modo da permettere l’alloggiamento della CPU,
Prendete poi il processore ed individuate l’angolo con il punto di contatto mancante ed il triangolo di posizionamento. Il triangolo serve a fornire la precisa modalità di mntaggio della CPU, in quanto anche sulla scheda madre sarà presente il medesimo indicatore per illustrare la corretta posizione di montaggio.
È vero che sulle moderne CPU ci sono due intagli sui bordi che combaciano con due piccoli perni sul socket del processore che ne impediscono il montaggio in un verso sbagliato, ma dovete sapere che il tentativo di installare la CPU nel verso sbagliato potrebbe comportare un danneggiamento dei pin del socket, danneggiando così la scheda.
Inserite dunque delicatamente e parallelamente alla scheda la CPU, se il processore sarà alloggiato correttamente non dovrebbe muoversi lateralmente per più di mezzo millimetro.
Procedete ora alla chiusura della gabbia, riportando gli agganci alla posizione iniziale.
Installato il processore potrete dunque iniziare a fissare le staffe necessarie al montaggio del dissipatore. Per questa guida abbiamo utilizzato un cooler AIO, in quanto prestante e facile da montare. Per approfondire le varie tematiche legate alla dissipazione vi rimandiamo a questa pagina della guida.
Nel nostro caso, il montaggio di un dissipatore after market non richiede grandi sforzi, ci è infatti bastato inserire i distanziali nei fori al lato del processore per arrivare a metà dell’opera. Va detto che ogni dissipatore ha un sistema di montaggio proprietario, per questa fase dunque, dovrete fare riferimento alle istruzioni del produttore per il vostro modello.
Chi volesse potrebbe applicare da subito la pasta termoconduttiva, fondamentale per trasferire il calore dal processore al dissipatore. Per questa operazione esistono due distinte filosofie di applicazione, la prima prevede l’applicazione della pasta con un quantità pari ad un chicco di riso direttamente al centro del processore, mentre la seconda prevede di spalmare direttamente la pasta termica fino a creare un sottile velo che ricopre la CPU.
Che optiate per il primo o secondo metodo è indifferente, in quanto poi durante il montaggio il dissipatore andrà a stendere la pasta ed il calore permetterà che questa si sciolga e si spalmi nel modo corretto. Se applicherete una goccia al centro attenetevi alla quantità pari ad un chicco di riso medio/grande, mentre se deciderete di spalmarla applicatene un pò di più, in quanto una parte resterà sulle vostre dita (è in realtà consigliato applicarla tramite una piccola spatolina o usando una fidelity card in modo da stenderla in modo uniforme, ma come abbiamo già detto ci penserà poi il dissipatore a finire il lavoro).
A questo punto potrete finalmente montare le memorie RAM (o potrete farlo in seguito, è indifferente, noi preferiamo montarle fin da subito per praticità), prendete dunque il kit acquistato ed estraete i banchi dalla confezione. Noterete che alla base delle memorie vi sono dei pin di contatto che andranno ad incastrarsi negli appositi slot della scheda madre, questi presentano un intaglio quasi a metà banco, tale intaglio dovrà combaciare con quello presente sulla motherboard.
In base alla piattaforma ed al kit acquistato dovrete inserire i banchi di memoria nello slot adeguato, per sapere qual è quello giusto fate riferimento al manuale della vostra motherboard, in quanto in base all’architettura utilizzata ed al marchio, i canali dei vari banchi saranno diversi. Per inserire i banchi aprite le clip di ritenzione ed infilate i banchi fino a sentire un click, a questo punto le clip dovrebbero essersi chiuse e le memorie dovrebbero essere correttamente inserite.
Per approfondire tutto ciò che riguarda le memorie RAM, vi rimandiamo a questa pagina.
Terza fase: montare scheda madre e dissipatore nel case
I distanziali sono stati montati, la scheda madre è bella pronta con processore e RAM, non resta dunque che inserirla nel case per finire di montare un PC! Prima di tutto aprite la scatola della vostra motherboard e cercate il pannellino forato per le porte I/O posteriori, applicatelo dunque sul retro del case inserendolo dall’interno con le scritte rivolte all’esterno.
Fissato il pannello posteriore prendete la scheda madre ed appoggiatela con delicatezza all’interno del case, avendo cura di far combaciare i fori per il fissaggio con i distanziali precedentemente applicati. A questo punto prendete le viti fornite in dotazione con il case e fissatele una alla volta senza applicare troppa energia.
Se avrete posizionato la scheda correttamente allora anche le porte posteriori combaceranno con la mascherina.
Arrivati a questo punto potremo montare il dissipatore. Come già anticipato, per una questione di praticità abbiamo optato per un dissipatore AIO, molto di moda in questo periodo in quanto semplice da installare e con buone prestazioni.
Se ricordate, qualche paragrafo più sopra abbiamo già fornito le indicazioni per montare le staffe necessarie a tenere il dissipatore in posizione sopra la CPU, non ci resta dunque che fissare il radiatore sul case ed il waterblock al processore. Nel caso questi termini non vi suonassero familiari vi invitiamo ad approfondire l’argomento nella pagina dedicata a questo link.
Individuate la zona più consona al fissaggio del radiatore, nel nostro caso trattandosi di un radiatore 240 (cioè grande quanto due ventole da 120mm messe in fila), dobbiamo posizionarlo sul tetto del case, se fosse stato da 120, allora avremmo semplicemente potuto installarlo sul retro del case dove generalmente si trova preinstallata una ventola in estrazione.
Per fissare il radiatore alcuni case richiedono lo smontaggio di una paratia superiore, come nel nostro caso. Sempre facendo riferimento al manuale del vostro case fatevi dunque strada fino ad arrivare all’alloggiamento per le ventole e fissate il radiatore con le viti in dotazione.
Installato il corpo radiante attacchiamo dunque il waterblock al processore seguendo le istruzioni riportate sul manuale. Nel nostro caso è stato sufficiente appoggiare il waterblock sopra la cpu ed avvitare quattro bulloni per fissarlo grazie alle staffe precedentemente montate. Generalmente i dissipatori AIO sono già provvisti di ventole, le quali spesso sono anche già montate. Considerando che il dissipatore sarà di norma sempre installato nella parte alta del case, è bene indirizzare il flusso d’ria delle ventole verso l’esterno. Così facendo l’aria calda verrà aspirata fuori dal case e si favorirà un ricircolo d’aria che manterrà freschi i componenti. La situazione dunque, dovrebbe essere la seguente.
Come potrete certamente notare da queste due ultime foto, sono comparsi dei cavi! Questi provengono dalla pompa dell’acqua presente nel waterblock e dalle due ventole installate sul dissipatore, il quale per funzionare correttamente necessita di essere alimentato. Le ventole ed il waterblock utilizzano generalmente un connettore standard a 3 pin o al massimo 4 nel caso sia di tipo PWM (cioè che consente una gestione dinamica della velocità della velocità di rotazione della ventola). Nelle immagini qui sotto trovate un tipico connettore di una ventola ed il rispettivo connettore posizionato sulla scheda madre da utilizzare per alimentare questo componente.
Dalle immagini si nota che entrambi i connettori (sia quello maschio che quello femmina) sono dotati di una guida per una corretta installazione, fate combaciare dunque l’aletta del connettore sulla scheda madre, con le due sporgenze sul connettore della ventola. Nel caso provaste a infilare il connettore al contrario, questo non si inserirà. Ulteriore dettaglio da menzionare riguarda il connettore della pompa o, nel caso di un dissipatore ad aria della ventola principale, questi infatti vanno collegati ad un connettore particolare sulla scheda madre chiamato CPU FAN o CPU FAN 1. Fate attenzione a collegare la pompa o almeno una ventola su questo preciso connettore in quanto le moderne schede madri impediscono l’avvio del sistema se non rilevano almeno una fonte di dissipazione qui collegata. Il connettore CPU FAN è facilmente riconoscibile perchè generalmente è posizionato molto vicino al socket, o in ogni caso è contraddistinto dalla dicitura CPU FAN.
Quarta fase: montare l’alimentatore
Siamo arrivati ora alla quarta fase di questa guida per assemblare PC, vediamo dunque cos’è ed a cosa serve l’alimentatore. L’alimentatore è il componente che si occupa di fornire energia al resto dell’hardware, è fondamentale scegliere un alimentatore con una potenza sufficiente a garantire il corretto funzionamento del sistema, ed è altrettanto importante sceglierne uno con certificazioni e tecnologie di protezione da sbalzi di corrente in modo da proteggere i vostri componenti nel lungo periodo. Per approfondire il mondo che ruota attorno alle PSU vi rimandiamo a questo link.
Togliete dunque l’alimentatore dalla confezione, nel caso non sia modulare liberate i cavi, i quali sono generalmente raccolti per utilizzare meno spazio all’interno dell’imballaggio. Vedrete a questo punto che l’alimentatore è dotato di una ventola, questa generalmente rivolta verso il basso, in modo che l’aria in immissione nella PSU sia fresca e che l’uscita di questa avvenga fuori dal case attraverso la paratia forata di cui ogni alimentatore è dotato.
Sulla parete posteriore dell’alimentatore trovate poi 4 fori, questi serviranno a fissarlo saldamente al case. Generalmente nei case più moderni l’alimentatore va posizionato nella parte inferiore, sempre sul retro. Se il vostro case è dotato di una griglia d’aereazione nella parte bassa potrete montare l’alimentatore con la ventola verso il basso come precedentemente accennato, altrimenti nel caso non vi fossero griglie sul vostro cabinet, montatelo rivolto verso l’alto. Nel nostro caso abbiamo adottato la prima posizione. Dopo averlo posizionato fissatelo con cura mediante le viti fornite nella scatola della PSU, e vi raccomandiamo di non collegarlo alla corrente finché non avrete completato l’assemblaggio del computer!
Quinta fase: montaggio degli HDD/SSD
Dopo aver montato alimentatore, scheda madre, RAM, processore e dissipatore, è arrivato il momento di montare le unità dedicate allo storage. Attualmente si può scegliere tra un classico HDD, un SSD, un SSD PCI o un HDD Ibrido, per aiutarvi nella scelta delle unità di storage adeguate abbiamo approfondito l’argomento in questa pagina, per ora concentriamoci sul montaggio.
Tutte le unità, da 2,5 o da 3,5 pollici, sono dotate di 4 fori laterali, due a destra e due a sinistra, per permettere l’alloggiamento dell’unità nei vari vani predisposti nei case. Tendenzialmente i case più moderni, e quelli più costosi, offrono sistemi di montaggio che non necessitano di viti o attrezzi vari, ed utilizzano delle clip per fissare i drive ai cestelli.
Nel caso del nostro NZXT troviamo due comodi slot per drive da 2,5 pollci (i classici hard disk per portatili o SSD) proprio sopra il vano per l’alimentatore. Abbiamo dunque provveduto a fissare le nostre due unità come indicato sul manuale. Tutti i drive di questo tipo devono poi essere collegati all’alimentatore ed alla scheda madre mediante un cavo SATA, vedremo in seguito le operazioni necessarie a connetterli.
Quinta fase: montaggio scheda video
Siamo quasi al termine di questa guida per assemblare PC. La maggior parte dei componenti fondamentali sono già stati montati, e non resta che montare la scheda video dedicata nel caso la nostra configurazione ne preveda l’utilizzo e collegare tutti i cavi di alimentazione. Per approfondire tutte le tematiche riguardanti una scheda video potete visitare la seguente pagina di questa guida.
Prima di tutto individuiamo lo slot nel quale montare la scheda grafica, per fare ciò indirizziamo lo sguardo verso la metà bassa della nostra scheda madre, troveremo un’alternanza di slot sottili e lunghi a slot più corti e più larghi. Quelli lunghi sono i fatidici slot PCI Express 16x e vengono usati per l’installazione di schede grafiche o schede che richiedono alte prestazioni nel comunicare con la nostra scheda madre.
Nelle foto che riportiamo qua sotto sono per la precisione quelli rossi con clip di fissaggio bianca, ma colore e disposizione variano ovviamente in base al modello di scheda madre, dunque fate sempre riferimento al manuale di quest’ultima.
Decidete in quale degli slot inerire la vostra scheda video, e rimuovete i copri slot presenti sul case in corrispondenza dello slot PCI Express da utilizzare. Le più moderne schede video generalmente utilizzano due slot, dunque sul case dovrete rimuoverne due per far spazio alle uscite della scheda video. Qui sotto proponiamo una immagine per far capire il risultato finale.
Rimosse le griglie di protezione preparate lo slot PCI Express aprendo la clip bianca, spingendola verso il basso, a questo punto prendete la scheda video ed abbiate cura di inserirla nello slot nel verso giusto, ossia con il PCI con la parte intagliata inserito in corrispondenza dell’intaglio della scheda madre (o generalmente con le ventole della scheda video rivolte verso il basso del case, ma attenzione in qualche raro case, la scheda madre è ospitata al contrario, dunque anche la scheda è rivolta verso l’alto), ad inserimento avvenuto la clip bianca dovrebbe essersi posizionata verso l’alto, tenendo bloccata la scheda nello slot.
Arrivati a questo punto dovremo procedere con il fissaggio della scheda grafica al case. Dato il suo peso, lasciarla solamente attaccata alla scheda madre porterebbe ad una rottura dello slot. Inseriamo dunque due viti dove la scheda entra in contatto con il case, o utilizziamo l’apposito sistema di agganci di cui alcuni case sono forniti.
Quinta fase: collegare tutti i cavi
Precedentemente abbiamo inserito l’alimentatore all’interno del case, ora però, dopo che tutti i componenti principali sono stati montati al loro posto, è arrivato il momento di collegare tutti i cavi d’alimentazione e tutti quelli destinati a collegare i vari componenti o porte I/O alla scheda madre!
Per prima cosa dobbiamo dunque distinguere i vari cavi dell’alimentatore, mentre in seguito ci occuperemo dei cavi Sata per gli HDD/SSD ed i vari cavi provenienti dal case che vanno connessi alla motherboard. Prendendo tutti i cavi in uscita dalla PSU, ci troveremo di fronte ad uno scenario simile a quello della seguente foto.
Partendo da sinistra troviamo il connettore dedicato ad HDD/SSD e unità ottiche come masterizzatori, proseguendo troviamo due connettori molex, destinati ad alimentare ad esempio ventole, rehobus, pompe per impianti a liqudo etc. A metà immagine troviamo poi il connettore PCI-Express, destinato a fornire energia a schede video dedicate, è molto simile a quello CPU alla sua destra, il quale però ha una disposizione diversa dei pin ed il suo riconoscimento viene aiutato dall’etichetta posta al di sopra. Per ultimo vi è il connettore 24 pin che va collegato alla scheda madre, è inconfondibile date le sue dimensioni.
Avendo cura di far passare i cavi lontani da ventole e possibilmente sfruttando la paratia posteriore del case (quella dietro la scheda madre), andiamo a portare i vari cavi verso i rispettivi connettori.
Iniziamo ad esempio dal 24 pin, generalmente posto al lato destro della scheda madre, e da quello per la CPU, posizionato di solito sul lato alto, individuiamoli dunque e colleghiamoci i cavi facendo attenzione ad inserirli per il verso giusto, ossia con la clip rivolta verso l’estremità sporgente del connettore sulla motherboard.
Una volta connessi dovrebbero risultare all’incirca come nelle seguenti foto.
Proseguiamo ora collegando i cavi PCI-Express alla scheda video. Questi non sempre sono necessari, ma la maggior parte delle moderne schede grafiche con una potenza discreta richiedono almeno un connettore per l’alimentazione. Individuiamo il cavo dunque e procediamo alla sua connessione, senza fare troppa forza ma avendo cura di inserirlo fino in fondo.
Colleghiamo ora gli HDD/SSD, per questa operazione, oltre al connettore dedicato dovremo collegare anche un cavo Sata per il trasferimento dei dati. I connettori Sata sulla scheda madre prendono le seguenti sembianze.
Dopo averli trovati, individuate le porte Sata 3 di ultima generazione (se presenti) sfruttando le indicazioni direttamente sulla scheda o mediante il manuale fornito con essa. Utilizzando le porte più veloci eviterete di fare da collo di bottiglia ad eventuali SSD od hard disk di ultima generazione. A questo punto collegatevi il cavo Sata che troverete nella confezione della motherboard, e collegatelo anche al rispettivo disco o SSD sul connettore con il lato corto. Ripetete poi l’operazione per tutte le altre unità.
Collegati i drive potremo procedere al collegamento dei pulsanti e dei led del case alla scheda madre. Individuate dunque i connettori provenienti dal case, i quali generalmente assumono le seguenti sembianze.
I connettori con scritta LED, sono i classici indicatori di stato, power led è il connettore che fornisce l’alimentazione al LED posto dietro o vicino il pulsante di accensione, mentre HDD LED è il connettore che fornisce alimentazione al LED di funzionamento delle unità storage, quello che generalmente lampeggia senza criterio quando utilizziamo il nostro PC. I connettori SW, come Power e Reset, sono invece quelli direttamente collegati ai rispettivi pulsanti per accensione e riavvio. Individuate dunque i relativi pin sulla scheda madre (se non li trovate fate riferimento al manuale di istruzioni), e collegate i pin con le scritte rivolte verso il basso (presumento che la scheda sia montata in posizione verticale come in questa guida).
Collegati i connettori relativi a pulsanti e LED, possiamo procedere a connettere le USB del case, 3 o 2.0 che siano. Le prime sono dotate di un connettore rettangolare come quello nella seguente foto, individuatelo e collegateci il cavo proveniente dal case.
Le 2.0, invece, sono dotate di un connettore leggermente più contenuto nelle dimensioni.
Ora, dopo che tutti i cavi principali non sono stati collegati, non resta che collegare il cavo HD Audio, molto simile al cavo USB 2.0, al rispettivo connettore sulla scheda madre. Questo servirà a interfacciare le porte audio del case, con la scheda audio integrata alla scheda madre. Se non riuscite trovare il connettore sulla scheda, fate riferimento al relativo manuale.
Approfondimenti
Come avrete potuto notare, a questo punto abbiamo finito la guida pratica che spiega come assemblare un PC, nonostante ciò ci sono varie tematiche da approfondire, le quale sono state trattate da noi nelle prossime pagine.
Case, Alimentatore e Dissipatore.
Il case
Il case è quel componente, chiamato anche cabinet, destinato ad accogliere il resto dell’hardware! Di case ne esistono varie tipologie, con estetica ricercata, compatti, da ufficio, dalle generose dimensioni etc. Un case va acquistato in base alla tipologia di computer che si vuole assemblare, vediamo dunque i diversi formati disponibili.
Principalmente i case si suddividono generalmente in base al form factor della scheda madre che andranno ad ospitare, troviamo perciò case:
- micro tower
- mini tower
- mid tower
- full tower
Case micro e mini tower sono pensati per ospitare generalmente sistemi basati su schede madri micro ATX o mini ITX, cioè quelle schede compatte pensate per assemblare PC dalle ridotte dimensioni. I case mid tower sono la via di mezzo tra un case compatto ed un case enorme, risultano perciò la soluzione più utilizzata in quanto possono ospitare schede standard ATX (oltre ovviamente a quelle più piccole, fatta eccezione in alcuni casi per quelle ITX). I case full tower, invece, sono ideati per accogliere hardware di fascia alta, dove anche la scheda madre può assumere lo standard Extended ATX, ossia quel formato un po’ più grande del normale.
Nella fase di acquisto di un case è fondamentale valutare bene la configurazione che vi si vuole installare all’interno. L’utilizzo di più schede grafiche dedicate, molte unità di storage e processori ad alte prestazioni, potrebbero richiedere una buona predisposizione alla ventilazione, dunque case economici potrebbero non essere sufficienti. Se nel futuro magari vorreste addirittura spingervi oltre ed installare un impianto a liquido, allora da valutare sarà anche la predisposizione per eventuali radiatori.
I case più moderni inoltre sono pensati per migliorare il risultato estetico di un assemblaggio, sono dunque dotati di finestre laterali ed ampie paratie posteriori per il passaggio dei cavi, in modo da lasciare in vista solamente le componenti più importanti. Tale accorgimento giova però a favore di una buona ventilazione. Avere meno cavi all’interno del case permette al flusso d’aria di circolare liberamente, raffreddando in maniera ottimale tutte le componenti.
Restando in tema di ricircolo dell’aria, questo è un punto cruciale su cui gli appassionati adottano diverse filosofie di pensiero, c’è chi preferisce avere più aria in entrata che in uscita, chi preferisce avere più portata verso l’esterno in modo da risucchiare l’aria calda che ristagna nel case etc etc. Ciò che però conta veramente alla fine, è creare un flusso d’aria equilibrato, il quale generalmente parte dalla parte frontale bassa del case (dove di solito si installano HDD ed SSD) per muoversi verso la parte posteriore alta del case. È dunque importante mantenere una proporzione equilibrata tra l’aria che entra e l’aria che esce, evitate dunque di inserire tutte le ventole verso l’interno, perchè non farete altro che far ristagnare l’aria, la quale continuerà a scaldarsi all’interno del case senza trasportare il calore all’esterno.
L’alimentatore
L’alimentatore di un computer, chiamato anche PSU, è quel componente che si occupa di fornire l’energia necessaria a tutto l’hardware a cui è collegato. L’alimentatore ha inoltre il compito di filtrare la corrente in entrata, in modo da evitare sbalzi di tensione che potrebbero bruciare il resto della componentistica. La PSU si occupa inoltre di fornire diverse tensioni contemporaneamente, ogni componente infatti può avere tensioni di funzionamento diverse, perciò l’alimentatore dalla 220v in entrata, dovrà abbassare le tensioni di funzionamento fino a renderle stabili ed utilizzabili dall’hardware che alimenta.
Uno dei luoghi comuni sull’alimentatore che più va di moda tra le persone poco esperte assume che un PC consumi tanta energia quanta l’alimentatore è in grado di fornire, cioè se compriamo un alimentatore da 1000 watt, il nostro PC consumerà 1000 watt, nulla di più sbagliato. L’hardware dei nostri PC ha un assorbimento dinamico dell’energia e l’assorbimento di quest’ultima varia dalla quantità di lavoro che il nostro sistema sta eseguendo, dunque l’assorbimento di corrente mentre giochiamo ad un gioco di ultima generazione è diverso da quando stiamo semplicemente scrollando una pagina di Facebook.
L’hardware più moderno ha un occhio di riguardo verso i consumi, perciò un PC da ufficio moderno difficilmente consumerà più di un centinaio di watt durante il suo utilizzo, ragion per cui non è più fondamentale optare per alimentatori da wattaggi esagerati, quanto per alimentatori con certificazioni e componenti di qualità!
Uno dei valori da considerare in fase di acquisto è senza ombra di dubbio l’efficienza. L’efficienza è quel parametro che ci dice quanta corrente viene effettivamente resa disponibile al sistema una volta entrata nella PSU. Per rendere il tutto più chiaro immaginiamo di avere un PC il cui consumo effettivo in full load sia pari a 500 Watt, utilizzando un alimentatore da 500 watt ci troveremmo di fronte ad un carico di lavoro pari al 100%. In questo frangente l’efficienza dell’alimentatore ci dice quanta corrente sta in realtà consumando la PSU per alimentare l’intero sistema, prendiamo perciò come esempio un’efficienza dell’82% al massimo carico (chiamata anche 80 Plus Bronze), per erogare 500 watt al sistema la PSU assorbe dalla presa 610 watt.
Le certificazioni relative all’efficienza tra cui scegliere sono le seguenti:
- 80 PLUS: efficienza dell’80% con 50% di carico
- 80 PLUS Bronze: efficienza dell’85% con 50% di carico
- 80 PLUS Silver: efficienza dell’88% con 50% di carico
- 80 PLUS Gold: efficienza del 90% con 50% di carico
- 80 PLUS Platinum: efficienza del 92% con 50% di carico
?E’ tanto importante dunque acquistare un alimentatore efficiente quando il sistema che dovrà alimentare resterà acceso molte ore al giorno, in questo modo si eviteranno sprechi ed inutili ricarichi in bolletta.
Altri parametri da considerare riguardano le protezioni integrate dai produttori. Troviamo dunque sigle come OVP ed UVP (rispettivamente protezione da sovratensione e bassa tensione), SCP (che protegge dai cortocircuiti), OCP (è una protezione da sovracorrente), OPP (che protegge dai sovraccarichi) e OTP(protezione per i surriscaldamenti). Generalmente più di queste protezioni un alimentatore integra, piùs sarà difficile che il vostro hardware venga danneggiato da simili problematiche.
Ultima caratteristica, ma prima per importanza, da valutare in fase di acquisto, è la potenza complessiva della PSU. Scegliere un alimentatore adeguato all’assorbimento teorico del nostro sistema, ha lo scopo di far lavorare l’alimentatore nel suo range di massima efficienza, oltre che a garantire tutta l’energia necessaria in situazioni di massimo assorbimento. Un alimentatore sottodimensionato infatti causerebbe lo spegnimento od il blocco del sistema a pieno carico, mentre un alimentatore esageratamente potente non lavorerebbe mai alla sua massima efficienza.
Come fare dunque a calcolare quanta energia è necessaria? Un’idea è quella di andare a controllare le specifiche tecniche di ogni componente e trovare i dati riguardanti i massimi assorbimenti, ma ciò è complesso e poco pratico. Un’ alternativa è quella di utilizzare una comoda pagina web realizzata da ENERMAX, chiamata PSU Calculator e raggiungibile a questo link. All’interno troverete numerosi campi con comodi menù a tendina mediante i quali specificare l’hardware del vostro PC, così facendo otterrete il consumo teorico del vostro sistema, e potrete scegliere di conseguenza l’alimentatore più adatto alle vostre esigenze.
Detto questo esiste anche una diversa suddivisione degli alimentatori, ossia quelli modulari (o semi modulari) e quelli non modulari. Un alimentatore non modulare è il classico modello nel quale tutti i cavi non sono removibili. Tale caratteristica è generalmente rilegata a PSU di fascia medio-bassa, in quanto avere cavi modulari, cioè staccabili in caso di non utilizzo, comporta costi aggiuntivi in fase di produzione che portano ad un aumento del costo finale del prodotto.
Dal nostro punto di vista un alimentatore modulare è sempre consigliato in sistemi di fascia alta, in quanto potrete decidere quanti cavi collegare per massimizzare al meglio l’ordine interno al case, favorendo conseguentemente il ricircolo dell’aria. Il discorso è diverso invece per sistemi economici o da ufficio, i quali difficilmente verranno apprezzati per la loro coponentistica interna, e dove si potrà certamente chiudere un occhio per l’estetica e per il cablaggio.
Il dissipatore
Il dissipatore serve a raffreddare il processore. Ogni CPU infatti necessita di un sistema di dissipazione per funzionare, in quanto durante il suo operato produce una certa quantità di calore che varia da modello a modello. Processori di fascia bassa possono lavorare senza problemi con il dissipatore fornito in bundle, mentre modelli più spinti, magari anche in overclock, operano al meglio quando vengono raffreddati da prodotti aftermarket più adeguati.
Il mondo dei dissipatori si divide principalmente in due categorie, quella dei dissipatori ad aria e quella dei dissipatori a liquido.
I dissipatori ad aria sono quelli più conosciuti e più diffusi, ne esistono modelli economici e modelli altamente efficienti, tanto da bastare anche per processori spinti in overclock pesanti. I dissipatori ad aria basano il loro funzionamento su delle alette dissipanti e su degli heatpipe. Il calore passa dal processore alla base grazie alla pasta termica (che si occupa di creare una migliore superficie di scambio termico), la base collegata alle heatpipe trasferisce poi il calore alle alette dissipanti, o corpo radiante, il quale viene a sua volta raffreddato da una o più ventole (oppure in alcuni casi il raffreddamento è di tipo passivo, in quanto il calore generato dal processore è molto limitato e non necessita di ventole aggiuntive).
Gli impianti a liquido, invece, sono molto più complessi. Generalmente troviamo una pompa, un waterblock, un radiatore, una vaschetta, dei tubi e delle ventole. Il waterblock che funge da base si occupa di trasferire il calore dall blocco in rame od alluminio al liquido che circola nell’impianto. La pompa a sua volta si occupa di spingere il liquido nel circuito, il quale ha come obiettivo quello di trasferire il calore dal waterblock al radiatore, dove l’energia termica verrà dissipata mediante le alette collegate ai canali del radiatore, il quale a sua volta, generalmente verrà raffreddato da delle ventole. La vaschetta ha come compito quello di garantire una certa quantità di acqua nel circuito, ed è utile per riempire il circuito e per svuotarlo, i tubi invece si occupano di collegare tutti gli organi che compongono un impianto a liquido.
Negli ultimi anni sono entrati in commercio sempre più impianti a liquido All In One, ossia impianti venduti già pronti all’uso che non necessitano di essere assemblati. I vantaggi di un impianto AIO sono numerosi, le dimensioni sono più contenute, il circuito è sigillato ermeticamente, pompa e waterblock sono montati in un solo corpo, e complessivamente sono più user friendly. D’altro canto un impianto AIO, non è tanto potente quanto un impianto custom, ma piuttosto risulta una valida alternativa a dissipatori ad aria ingombranti e tanto pesanti.
Procediamo ora ad analizzare Scheda Madre, Processore e RAM.
Scheda Madre, Processore e RAM.
La scheda madre
La scheda madre, o motherboard, svolge un ruolo cruciale in quanto da essa dipende il tipo di RAM e processore che vi si possono montare. In fase di acquisto bisogna dunque decidere se optare per una piattaforma Intel od una AMD, e se si preferisce un sistema standard od uno compatto.
Come per i case, anche le schede madri sono prodotte in diverse dimensioni, troviamo infatti i seguenti standard:
- Mini ITX: è il formato più piccolo e compatto, generalmente dispone di due slot per memoria RAM e di appena uno slot PCI-Express, è adatto per sistemi da salotto o per PC estremamente compatti utili per esempio per essere portati alle Lan
- Micro ATX: questo formato è il giusto compromesso tra compattezza ed espandibilità. Generalmente è dotato di più slot PCI e almeno 4 slot per memorie RAM. Alcuni modelli sono anche molto validi in termini di overclock.
- ATX: è il formato standard, non sicuramente adatto per computer dalle piccole dimensioni, ma non pone nemmeno limiti a quantità di schede video, RAM, e schede PCI aggiuntive che vi si possono montare.
- Extended ATX: è un formato usato per schede madri top di gamma, dotate di sezioni di alimentazioni importanti e più di 4 slot di RAM, necessità di un case adeguatamente grande e predisposto per questo standard.
Oltre al formato, in fase di acquisto, bisogna tener conto del socket adatto al processore che vi si potrà montare. Se decidete di optare per una piattaforma Intel i socket più recenti sono l’LGA 1150, 1151 ed il più estremo socket 2011-v3. Per AMD invece i più recenti sono i socket AM3, AM3 + ed FM2 per le APU.
In base al socket ed alla CPU utilizzata andrà poi scelta la memoria RAM adeguata. Attualmente le piattaforme AMD e la piattaforma Intel con socket 1150 utilizzano moduli DDR3, e solo le piattaforme 2011-v3 e 1151 (Skylake, appena presentata) utilizzano le più moderne DDR4.
La scheda madre diventa generalmente tanto più importante quanto sono ambiziosi gli obiettivi che l’utilizzatore vuole raggiungere. Con questa frase ci riferiamo essenzialmente agli obiettivi di overclock che un utente intende raggiungere. Nel caso voleste realizzare un sistema spinto e stabile allora la scheda madre dovrà essere in grado di sopportare l’aumento prestazionale con una sezione di alimentazione adeguata, ossia con fasi e componenti elettroniche di buona qualità (non è importante la quantità di fasi ma quanto queste sono buone e moderne), ed un adeguato sistema di raffreddamento.
Quando scegliete la vostra scheda madre fate poi attenzione alla quantità di porte Sata (le 6 gbps sono le più moderne e prestanti) e di USB (le 3.0 sono le più moderne e veloci), in quanto queste determineranno le unità di storage e le periferiche che potrete collegare.
Per molti poi sono fondamentali anche le feature gaming che molte schede offrono, sappiate però che spesso diciture gaming e simili sono presenti più marketing che per indicare feature veramente utili durante sessioni di gioco. Alcune motherboard montano schede di rete più prestanti ed affidabili, o schede audio con chip isolato dal resto del PCB, ma ricordate che nel complesso, soprattutto per le schede audio, la qualità di unità dedicate come le Asus Xonar o le Creative, da inserire nei predisposti slot PCI, offrono una qualità notevolmente superiore rispetto a qualsiasi integrata.
Una caratteristica che invece è possibile apprezzare riguarda una eventuale scheda di rete WiFi o Bluetooth già inserita, eviterà infatti di occupare slot PCI che potreste utilizzare in altri modi.
Il processore
Il processore è l’unità di elaborazione di un computer, il centro focale del sistema che attraverso i suoi calcoli permette al sistema di funzionare. I processori moderni sono dotati di più core fisici che lavorano in contemporanea, e per i processori Intel, sono presenti modelli con core fisici e core logici per aumentare ulteriormente le prestazioni in multitasking.
Il mercato dei processori è relativamente semplice in quanto gli unici due marchi presenti nel mercato CPU per computer sono Intel ed AMD. Tendenzialmente i processori Intel di fascia alta offrono prestazioni maggiori rispetto alla controparte AMD, la quale però ha un miglior rapporto qualità prezzo per chi non è disposoto a spendere cifre troppo consistenti.
A differenza di qualche anno fa i processori più moderni (ma non tutti!) sono dotati al loro interno di un chip grafico, per questo motivo chi non fosse interessato ad un sistema da gioco potrà decidere di acquistare un discreto processore che si occuperà anche della grafica. Una situazione di questo tipo potrebbe rispecchiare ad esempio le necessità di computer da ufficio o computer utilizzati per la semplice navigazione web.
I modelli Intel più comuni si differenziano principalmente in
- Pentium – sono i modelli più economici, generalmente dual core, adeguati per sistemi veramente base destinati ad un uso classico come la navigazione web e l’utilizzo di Office.
- i3 – le CPU appartenenti a questa categoria sono dual core/4 thread, hanno prestazioni adeguate a soddisfare esigenze di vario tipo fintanto che non si pretende di utilizzare programmi come quelli di fotoritocco o di rendering per cui potrebbero non essere adeguati.
- i5 – sono processori quad core, perfetti per il gaming e per un utilizzo vario del computer, il quale potrebbe comprendere anche situazioni lavorative in ambiti multimediali come video editing o foto ritocco.
- i7 – queste CPU generalmente quad core/8 thread (se non di più), sono le più potenti sul mercato e sono destinate a situazioni di costante carico pesante in cui il multitasking è una necessità.
- i5 ed i7 K o Extreme – questi sono i medesimi processori di cui abbiamo parlato precedentemente ma con moltiplicatore sbloccato, sono dunque destinati ad appassionati di overclock.
Maggiori informazioni sul sito ufficiale Intel.
La lineup AMD è invece composta da:
- APU AMD Sempron – il termine APU contraddistingue i processori AMD dotati di grafica integrata, la serie Sempron, dual o quad core, è quella di fascia più bassa che ben si adatta per PC essenziali.
- APU AMD Athlon – la serie Athlon, quad core, rappresenta un buon punto d’incontro tra prezzo e prestazioni e ben si presta a PC polivalenti o multimediali da salotto.
- APU AMD A-Series – è la fascia più performante con grafica integrata, in base al modello si potranno trovare processori adeguati al gaming od a supportare applicazioni multimediali di un certo livello. La quantità di core varia da modello a modello.
- CPU AMD Athlon – torniamo alle “classiche” CPU con la serie Athlon, la quale può essere dual o quad core. Queste CPU prive di grafica integrata devono essere affiancate da una scheda grafica e si adattano ad un utilizzo polivalente senza troppe pretese.
- CPU AMD FX – i processori AMD FX, anche questi privi di grafica integrata ma con 8 core fisici a disposizione, sono destinati al gaming ed all’utilizzo di applicazioni pesanti che necessitano di tanta potenza a disposizione.
Maggiori informazioni sul sito ufficiale AMD.
La memoria RAM
La RAM, acronimo di Random Access Memory è una memoria volatile la quale si occupa di memorizzare informazioni temporanee per velocizzare l’esecuzione dei programmi. La memoria RAM vanta infatti tempi di accesso ed ampiezza di banda attualmente irraggiungibili da qualsiasi dispositivo di storage, ed è importante per aver un computer reattivo che non dia segni di cedimento all’apertura di qualche applicazione in contemporanea.
Attualmente questa tipologia di memoria si divide tra DDR3 e la nuova generazione DDR4 che attualmente si sta insinuando nel mercato attraverso le piattaforme come Skylake, appena presentate. I fattori da tenere in considerazione in fase di acquisto sono le dimensioni in gigabyte, la frequenza e la latenza. In base alla piattaforma utilizzata andranno acquistati poi kit dual o quad channel, quest’ultimo tipo essenzialmente per piattaforme X79 ed X99.
Per un computer da ufficio attualmente è meglio non scendere sotto i 4 gigabyte di memoria RAM. Anche se 2 potrebbero essere sufficienti ormai non è conveniente risparmiare su tale componente, soprattutto se consideriamo il fatto che il risparmio da 2 a 4 gigabyte è trascurabile.
Per chi volessere un computer polivalente, che possa essere utilizzato per gaming o per questioni lavorative, consigliamo almeno 8 gigabyte di memoria RAM. In questo modo il sistema non dovrà ricorrere all’HDD o all’SSD per memorizzare le informazioni quando molti programmi sono aperti simultaneamente.
Per utenti che sfruttano il proprio PC per attività lavorative nel settore multimediale o della progettazione consigliamo almeno 16 gigabyte di memoria RAM, ed in caso di processi particolarmente pesanti cone nel caso di video editing avanzato, un quantitativo pari a 32 gigabyte.
Kit superiori, da 64 o addirittura 128 gigabyte non portano benefici tangibili e risultano più che altro un esercizio di stile, poco utile nelle attività quotidiane ma estremamente dispendioso in termini di denaro.
Dopo aver parlato di quantità, vediamo ora come si valuta la velocità di una memoria RAM. La frequenza, che può variare da 1600 a 3000 MHz (o più con le nuove DDR4) indica principalmente quanta banda passante sarà in grado di generare il kit in questione. Tale dato però non può essere analizzato da solo, ma necessità di essere affiancato dalla latenza, data dai così detti “timings”, la quale fornisce un dato sulla velocità con cui il sistema può accedere alle informazioni sulla memoria. Mentre la frequenza più è maggiore, meglio è, per i timings il discorso è inverso, bisognerà dunque prediligere kit con latenze più basse rispetto alla frequenza scelta.
È bene specificare, però, che al giorno d’oggi memorie ad altissima frequenza portano vantaggi marginali rispetto a modelli più tranquilli, dunque nel caso vogliate spendere per memorie estremamente veloci, non aspettatevi migliorie sul sistema proporzionali alla cifra spesa. Almeno per le memorie è dunque più appropriato scegliere un kit che abbia il miglior rapporto prezzo/prestazioni, piuttosto che puntare al top sul mercato.
Passiamo ora ad analizzare la scheda grafica e lo storage.
Scheda video e Storage.
La scheda video
La scheda video è il motore grafico di un PC e spesso, nei moderni computer di fascia bassa, è integrata nel processore (in questo caso è meglio chiamarlo chip grafico), mentre in sistemi più performanti viene proposta come scheda dedicata con potenze superiori e diverse uscite video per sistemi multi monitor.
La scheda grafica, detta anche GPU, svolge un ruolo fondamentale in ambiti multimediali come la riproduzione o la compressione video, ma lo è ancora di più nel caso decidessimo di assemblare un computer dedicato al gaming, in questo caso infatti, la scelta della scheda video sarà cruciale per ottenere risultati apprezzabili.
Ma come si sceglie una scheda video? Mentre per i processori frequenza e numero di core possono essere sufficienti per farsi un’idea sulle performance del prodotto in questione, nel campo delle schede video la scelta diventa molto più complicata. Valori quali la frequenza, od i core, possono assumere valori completamente diversi, in quanto la potenza di una scheda video dipende principalmente dal tipo di architettura utilizzata e dalla quantità di memoria video a disposizione.
Prima di scegliere il modello di scheda video che si intende acquistare è necessario individuare un paio di fattori cruciali, il tipo di utilizzo e la risoluzione che la GPU dovrà gestire. Se lo scopo della scheda video sarà quello di gestire video e poco altro, allora qualsiasi modello economico con le uscite video appropriate può essere sufficiente. Quando invece l’utilizzo diventa di tipo ludico o professionale la situazione cambia.
Se volete costruire un PC da gaming con uno schermo Full HD, sappiate che 2 GB di memoria video sono il minimo di cui la vostra scheda grafica dovrà disporre. Con tale quantitativo di memoria video una scheda grafica di fascia media vi permetterà di giocare ai titoli più recenti. Se la risoluzione del vostro monitor salisse invece a 2 o 4K allora dovrete puntare su modelli considerati di fascia alta con almeno 4 gigabyte di memoria video. Nonostante ciò una sola scheda potrebbe non essere sufficiente e dovrete dunque ricorrere a sistemi multi GPU.
Cosa sono i sistemi multi GPU? Sono essenzialmente computer dotati di due, tre o quattro schede grafiche. I principali produttori di chip grafici attualmente sul mercato sono due, AMD ed Nvidia, i quali vendono poi i propri chip a brand come Asus, MSI, Gigabyte etc che si occupano di realizzare le schede. Più GPU con schede video Nvidia vengono dette in SLI, mentre con schede video AMD vengono dette in Crossfire. Abbiamo fatto questa premessa per dirvi che sistemi multi GPU devono essere composti da schede dello stesso marchio (Nvidia o AMD), e soprattutto dello stesso modello! Una GTX 980 potrà essere accoppiata solo con un’altra GTX 980, mentre una AMD 390X con altre AMD 390X. Ad essere onesti nel caso di Crossfire è possibile utilizzare modelli diversi tra loro, ma tale situazione porterebbe le due schede a lavorare alla potenza della scheda grafica meno potente, penalizzando nettamente le prestazioni e creando soprattutto diversi problemi di compatibilità in giochi meno otimizzati.
Per poter meglio scegliere qual’è la scheda video che fa al caso vostro vi rimandiamo alla nostra guida sugli acquisti “Migliori schede video”.
Nel caso il PC dovesse, invece, essere utilizzato in studi di architettura, design o simili attività in cui sono richieste doti professionali, Nvidia ed AMD mettono a disposizione delle schede dedicate ai professionisti adatte a supportare carichi di lavoro consistenti e continuativi. La particolarità di queste schede professionali però è data principalmente da driver ottimizzati per funzioanre al meglio con software professionali. In questo modo si amplifica la produttivitià a discapito, però, di costi non indifferenti per i diversi modelli presenti nel mercato.
Per approfondimenti su un sistema così detto “Workstation” con scheda grafica professionale vi rimandiamo a questa nostra recensione della workstation Fujitsu Celsius M720 o alla recensione della scheda AMD FirePro W9100
L’Hard Disk
L’hard disk è l’unità destinata all’archiviazione dei dati all’interno di un computer. Nel corso degli anni gli hard disk hanno guadagnato capienza, migliorato l’affidabilità ed incrementato la velocità di lettura e scrittura dei dati. Nonostante i progressi tecnologici, però, gli HDD restano essenzialmente il collo di bottiglia dei moderni computer, in quanto rispetto all’evoluzione prestazionale del resto dell’hardware, gli hard disk non riescono a mantenere prestazioni adeguate per supportare le configurazioni più prestanti.
Questo limite è causato principalmente dalla struttura di questo componente, a differenza delle memorie flash basate su dei chip, un hard disk è composto da dei dischi che al loro interno girano ad alte velocità, e sui quali i dati vengono scritti e letti da una testina mobile. Immaginate un lettore di vinili, il funzionamento è simile.
Nonostante la lentezza di un hard disk, questo ricopre ancora un ruolo cruciale nella vita di tutti i giorni in quanto è necessario per l’archiviazione di grandi quantità di dati. Esistono sul mercato diverse tipologie di hard disk, questi prinicpalmente si dividono in hard disk da 2,5 o da 3,5 pollici.
Gli hard disk da 2,5 pollici sono i più compatti e vengono generalmente impiegati in computer All in One o portatili, mentre gli HDD da 3,5 pollici sono quelli di dimensione standard impiegati in server, workstation, computer desktop, etc.
Le prestazioni di un disco derivano principalmente dalla velocità di rotazione, dalla dimensione del buffer, e da vari fattori tecnici che variano da produttore a produttore. Scegliere un hard disk è forse l’aspetto più semplice in fase di acquisto di un nuovo PC, la scelta andrà infatti basata sulla tipologia di utilizzo che si andrà a fare del disco.
Se l’unità sarà impiegata principalmente per archiviare dati, ad esempio film o fotografie, sarà sufficiente una unità più ecologica e meno prestante la quale garantirà bassi consumi energetici. Se volete acquistare un hard disk polivalente, sul quale magari installare anche il sistema operativo, allora sarà meglio optare per una unità più prestante (come la serie Black di Western Digital).
Esistono poi unità dedicate a workstation o server, e dischi orientati alla videosorveglianza, per ogni utilizzo, perciò, potrete acquistare il modello più adatto sfogliando tra i prodotti presenti nella categoria di vostro interesse.
Per quanto riguarda i tagli di memoria, ormai il minimo è assicurato da unità da 500GB, i quali possono aumentare fino a circa 6 terabyte ad hard disk. Il prezzo medio per una unità da un terabyte si aggira attualmente ai 50-60 euro.
L’SSD
Ci avviciniamo alla conclusione di questa guida parlando degli SSD, una delle tipologie di componente più recente nel mondo dei computer destinata a sostituire nel lungo periodo gli hard disk.
Gli SSD, a differenza degli hard disk, non hanno un funzionamento di tipo meccanico, ma utilizzano chip di memoria flash per archiviare le informazioni. In modo semplicistico possiamo immaginare un SSD come una pennetta USB più complessa, capiente e prestante.
Grazie all’abandono di un sistema di archiviazione meccanico è stato possibile superare diversi limiti prestazionali, basti pensare che un SSD moderno di fascia economica è in grado di garantire una banda in lettura e scrittura attorno ai 500 megabyte al secondo, molto più alta rispetto a quella degli hard disk che si ferma attorno ai 150 megabyte al secondo. Questi dati, però, hanno rilevanza quando si ha a che fare con file di grandi dimensioni, ad esempio un film in bluray, gli SSD però, hanno portato grandi migliorie anche con file ridotti grazie a tempi di accesso centinaia di volte inferiori. Nella pratica accedere ad un file su SSD richiede molto meno tempo che su un hard disk.
A differenza degli hard disk, gli SSD sono disponibili in diversi formati, troviamo quelli con il classico collegamento SATA nel form factor da 2,5 pollici, troviamo unità PCI-Express da inserire negli slot di espansione della scheda madre, o addirittura troviamo SSD dotati di connessione M2, che sfruttano slot dedicati sulle più moderne schede madri per consentire un alloggiamento più pratico evitando di occupare slot di espansione PCI o di avere cavi in giro per il case come con i modelli SATA.
I più prestanti SSD attualmente consentono di raggiungere una banda passante superiore al gigabyte al secondo, mentre quelli più economici restano comunque attorno ai 500 megabyte. Un SSD è una scelta obbligata nei più moderni PC in quanto assicura una buona reattività generale nell’apertura del PC, nel caricamento dei programmi e nell’archiviazione dei dati.
I tagli di memoria, a differenza degli hard disk sono più contenuti, partiamo generalmente da 120 (anche 60) gigabyte, per salire vicino al terabyte, con costi però rispettivamente da 60-70 euro ad oltre i 500 necessari per i modelli più capienti. Nel caso di SSD PCI-Express od M2, i prezzi salgono ulteriormente.