In questi ultimi mesi, l’enorme crescita dei volumi di produzione e vendita degli SSD, unitamente alla bassa disponibilità di hard disk tradizionali a causa dell’alluvione in Thailandia, sta facendo porre a tantissime persone un quesito non molto semplice da risolvere: “Meglio acquistare un HDD o un SSD?“, sia fra utenti appassionati che fra quelli occasionali. Il perché è presto detto: gli SSD, prodotto relativamente recente, offrono prestazioni nettamente superiori, ma il loro costo al gigabyte è incredibilmente alto, rispetto a quello degli hard disk meccanici.
D’altro canto, c’è anche disinformazione a riguardo delle differenze fra le due tipologie di drive, nonché dei rispettivi vantaggi e svantaggi. Sono frequenti le “leggende metropolitane” a riguardo degli ancora sconosciuti SSD, a cui vengono tutt’ora preferiti i dischi meccanici perché ritenuti più sicuri, più veloci o più affidabili.
Andremo quindi ad analizzare entrambe le varianti di disco rigido, per valutarne pro e contro e decretare, qualora ci dovesse essere, un vincitore, o perlomeno indirizzare voi lettori alla scelta più consona ai vostri bisogni.
Caratteristiche di un HDD
L’HDD, o hard disk drive, in italiano “disco rigido“, non è altro che la tipologia di storage più comunemente utilizzata nei personal computer di tutto il mondo.
Un hard disk si compone di uno o più piatti (attualmente, esistono piatti da una capienza di 800 GB e si sta lavorando per raggiungere piatti da un terabyte) rotanti, su cui vengono magneticamente impressi i dati; una testina si preoccupa di leggere e scrivere questi dati. La velocità di rotazione dei piatti influenza le prestazioni di un hard disk stesso: com’è facilmente intuibile, maggiore è la velocità di un piatto (identificata in rpm, ossia giri al minuto), maggiori saranno le prestazioni del disco. I dischi al momento più lenti sono quelli delle serie Green dei vari produttori, che combinano basse prestazioni (5400 rpm, alle volte 5900) ad altrettanto bassi consumi; la tipologia più comune di hard disk, invece, è quella a 7200 rpm, mentre esistono versioni da 10 mila giri al minuto (celebre il Velociraptor di Western Digital) o da 15 mila giri al minuto (principalmente hard disk destinati al mondo server).
Il disco rigido è stato inventato da IBM nel 1956, esattamente 56 anni fa; non esattamente la tecnologia più recente al mondo, eppure perché è sempre (pur evolvendosi) rimasta sulla cresta dell’onda?
I vantaggi sono principalmente due: il primo, il più ovvio ma allo stesso tempo forse meno tenuto in considerazione, è proprio la sua età. In cinquantasei anni di sviluppo, produrre hard disk affidabili è diventato un gioco da ragazzi; non a caso, sebbene gli SSD siano in circolazione da diversi anni, i server o i data-center non ci tengono proprio a modificare il proprio reparto di storage per lasciar spazio ai ben più performanti SSD. Il secondo vantaggio, poi, riguarda il costo: questo si aggira ormai attorno ai 10 eurocent per ogni gigabyte, una cifra che permette l’acquisto di dischi molto capienti ad un costo alla portata di chiunque.
Caratteristiche di un SSD
L’SSD, o solid state drive, in italiano “disco a stato solido“, è la più moderna tecnologia consumer per l’archiviazione di dati.
Un SSD, diversamente da un hard disk tradizionale, non ha parti in movimento; infatti, una sua peculiarità è quella di possedere un processore integrato, chiamato in gergo “controller”, che si preoccupa di scrivere e leggere i dati memorizzati sulle NAND flash, ossia dei chip di memoria che non funzionano per mezzo del magnetismo bensì in modo meramente elettronico. Questo è il motivo per cui un SSD è così più veloce rispetto ad un hard disk meccanico, ossia proprio il fatto di non possedere parti in movimento, quindi di non subire latenze eccessive quando si va alla ricerca ed all’apertura di un determinato file o programma.
Il controller, però, non si occupa soltanto della lettura e della scrittura, bensì un SSD possiede molte altre feature controllate proprio dal processore integrato: una su tutte, il TRIM, che indirizza l’eliminazione dei dati fisici sulle specifiche celle d’archiviazione utilizzate – ecco perché si rende assolutamente non necessaria ed anzi dannosa la deframmentazione. Il controller è anche la base per decretare le prestazioni di un solid state drive: infatti, le velocità in lettura e scrittura, veri metri di giudizio per verificare la bontà prestazionale di un SSD, sono dettate proprio dal processore integrato; agli albori, una velocità di 200 MB/s in lettura e scrittura era quasi da fantascienza, mentre oggi abbiamo sul mercato soluzioni con questi valori quasi triplicati.
Le prestazioni sono il motivo principale del successo che stanno avendo i solid state drive: infatti, se le velocità in lettura e scrittura 4K possono non valere da sole il prezzo molto elevato di queste soluzioni, l’esperienza d’uso di un pc viene trasformata, se presente un SSD, grazie all’impressionante valore di access time. In relazione a ciò, è incredibile constatare come i moderni hard disk meccanici riescano a raggiungere valori compresi fra 6 e 10 ms, mentre un qualsiasi disco a stato solido riesca a raggiungere 0,1 ms: un access time migliore nell’ordine delle 100 volte! L’access time, ovviamente, non è un valore fine a se stesso, rendendosi responsabile della rapidità di accesso ad un qualsiasi file.
Differenze tra HDD ed SSD
Capacità
Ai giorni nostri, per un hard disk meccanico è la consuetudine raggiungere valori di capienza di uno, due, tre o addirittura quattro terabyte; viceversa, un SSD non raggiunge al momento simili risultati, vuoi per la tecnologia ancora non perfettamente raffinata, vuoi per il costo proibitivo di queste soluzioni.
Infatti, è essenziale ricordare come un SSD risulti più costoso dalle otto alle dieci volte rispetto ad un hard disk tradizionale. Questo, infatti, è un discrimine notevole per l’acquisto di un qualsiasi articolo; bisogna ricordare, però, che in determinati campi di utilizzo il gioco (l’acquisto di un solid state drive) vale ampiamente la candela.
Costo
Proseguendo il discorso iniziato in precedenza, il costo è una variabile non indifferente. Se un hard disk meccanico ci verrà a costare non più di 0,15€ per GB, è facilissimo superare la soglia di 1,50€ per un SSD, con alcuni modelli che superano i 2€ per GB.
Consumi, rumore, calore
Una sorta di leggenda metropolitana vede l’SSD come incredibilmente più parsimonioso di un hard disk meccanico: questo non è totalmente vero, poiché sebbene parliamo di valori percentuali piuttosto elevati (dal 30 al 50% più parco nei consumi), ci riferiamo sempre a consumi molto bassi (un massimo di 10 watt, per un HDD, circa 3-4 watt per un solid state drive), quindi il capitolo consumi non crediamo possa essere un discrimine valido.
Il calore prosegue sulla falsariga dei consumi, sebbene i gradi di differenza (in un utilizzo normale del computer, non più di dieci) inizino a farsi sentire; in ogni caso, parliamo sempre di temperature assolutamente nella norma.
Per quanto riguarda il rumore, invece, l’SSD è incredibilmente avvantaggiato: infatti, questo non ha alcuna parte in movimento, per cui l’unico rumore che può emettere è di tipo elettromagnetico, come può accadere per il CPU-whine dei processori; viceversa, un HDD che lavora è udibilissimo ed il comfort acustico ne risente certamente.
Prestazioni velocistiche
In ambito prestazionale non c’è storia. Un SSD sarà sempre avvantaggiato su un hard disk tradizionale, anche prendendo il più lento: questo perché un SSD non ha parti in movimento e l’access time, quindi, sarà incredibilmente minore: ne giovano l’apertura di file e programmi, molto velocizzati. I valori in lettura e scrittura, sono ugualmente migliori, sebbene si possano riscontrare equivalenze fra gli SSD meno prestazionali e gli hard disk meccanici di ultima generazione; è altrettanto vero che il confronto diventa impietoso prendendo l’ultima generazione di dischi a stato solido, capaci di sfiorare valori in lettura e scrittura 4K di 600 MB/s, contro i 100 massimi ottenibili con un hard disk tradizionale.
Affidabilità
Un’altra leggenda metropolitana vuole gli SSD come incredibilmente fragili e propensi alla rottura: questo non è assolutamente vero, dato che addirittura gli SSD mediamente possono vivere più a lungo di un hard disk meccanico, proprio a causa della loro natura non-meccanica. In secondo luogo, un disco tradizionale può essere soggetto, oltre alle rotture fisiche, anche a smagnetizzazione, cosa che non intacca assolutamente un solid state drive. In ogni caso, comunque, si tratta di casi davvero molto rari; ci sentiamo di dire che, se si dovesse cercare l’affidabilità, entrambe le soluzioni risulterebbero validissime.
In conclusione, non possiamo definire con assoluta certezza quale disco è più adatto a voi, tutto dipende dalle vostre reali necessità.
Cercate un SSD se…
- esigete le massime performance velocistiche dal vostro PC, in particolare dalle applicazioni installate su questo drive;
- esigete la massima silenziosità d’esercizio, non emettendo gli SSD alcun tipo di rumore;
- non avete problemi a spendere una cifra non propriamente bassa.
Cercate un HDD se…
- non siete attenti particolarmente alle performance del vostro PC;
- avete bisogno di poter archiviare una grande mole di dati;
- non volete spendere una cifra importante.
Queste comunque, sono categorie generiche, c’è anche molto altro da valutare. Ad esempio, se siete grandi appassionati di tecnologia, non possiamo che consigliarvi dal profondo del nostro cuore una configurazione a doppio disco, con l’SSD adibito ai programmi ed un hard disk meccanico alle prese con l’archiviazione; viceversa, se il vostro personal computer non è degno di molte delle vostre attenzioni (e spesso dei vostri soldi…), allora un unico hard disk capiente farà al caso vostro.