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Discussione: L'impianto a liquido

  1. #1
    Senior Member Danckan is on a distinguished road
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    Jun 2011
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    L'impianto a liquido

    PREFAZIONE:

    Ricordo che fino a tre anni fa ero fra i più titubanti all'avvicinarsi al mondo del raffreddamento a liquido. Effettivamente l'idea di base di far girare acqua a stretto contatto con circuiti elettrici accesi è un accostamento che originariamente già da bambini ci viene educato a considerare sbagliato, pericoloso e da evitare. Tuttavia vedremo che i pericoli e le difficoltà sono in realtà molto molto inferiori a quanto possa sembrare a primo impatto. E anche un utente totalmente inesperto e impreparato come ero io sino a qualche anno fa può integrassi completamente in questo settore con relativa facilità.

    Nel corso di questi ultimi due anni ho avuto modo di fare esperienza con i sistemi di raffreddamento a liquido. Questo mondo è davvero affascinante e una volta fatto il salto non si torna più indietro. Tuttavia costituisce un settore un pò "a parte" rispetto alla conoscenza informatica convenzionale. Ragion per cui anche se siete appassionati di informatica e leggete le più comuni testate online regolarmente, difficilmente inizierete ad acquisire conoscenze di liquid cooling al pari di processori, schede madri ecc. Per avere conoscenze sull'argomento bisogna andare ad interessarsi attivamente della cosa e la confusione soprattutto nelle fasi iniziali la fa da padrona. Sono analogamente pochi i siti e forum dove si riesce a trovare persone veramente competenti della materia e anche in tali luoghi molti hanno visioni travisate o non chiare dell'argomento.

    In questa guida metterò sul piatto tutte le mie personali conoscenze ed esperienze nel tentativo di rendere l'avvicinamento a questo mondo quanto più semplice e lineare. Daremo un accurata descrizione della struttura fisica di un impianto a liquido, del suo funzionamento, delle precauzioni per l'uso e andremo a sfatare molti, troppi miti e imprecisioni che ruotano intorno a questo settore visto dal grosso dell'utenza come lontano, vago ed eccessivo. Tutte le conoscenze apprese e che seguiranno sono state frutto di informazioni frammentarie raccolte di volta in volta qua e là, verificate o disattese in precise prove sul campo.... frutto di errori, guai commessi dalle mie stesse mani inesperte per poi farne preziosi tesori. Una guida del genere non l'ho trovata in nessun sito, forum di settore, forse perchè gli esperti di questo campo sono tutti un pò saccenti e gelosi delle loro conoscenze, o forse perchè in fondo gli piace che questo resti un settore chiuso e d'elitè per pochi. Quindi fatene buon uso, e forse dopo le vostre idee saranno un pò più chiare e il raffreddamento a liquido non vi sembrerà una cosa così strana.

    Non voglio assolutamente arrogarmi la presunzione di creare una bibbia del liquid cooling, e ogni utente avanzato del settore saprà già tutto o quasi quello che segue. Invece per tutti quelli interessati a entrare in questo mondo o che solo per curiosità vogliono capirne qualcosa in più, può essere uno strumento più che valido da cui partire. Non mi resta quindi che augurarvi buona lettura dal vostro affezionato Danckan.

    COSA E' L'IMPIANTO A LIQUIDO:


    L'impianto a liquido è un sistema alternativo per raffreddare i chip e le parti calde di un computer. Esso non ha una precisa forma o sequenza. Ma è composto da più componenti che possono essere collegati tra loro in diverso ordine o numero a seconda delle esigenze o preferenze di ciascun utente. Ragion per cui è possibile applicare questo sistema di raffreddamento alla CPU ma anche a schede video, chipset e RAM a seconda delle proprie esigenze.

    PERCHE' USARE UN IMPIANTO A LIQUIDO:

    Adottare un sistema di raffreddamento a liquido permette di ottenere una efficienza termica notevolmente superiore rispetto a un normale dissipatore ad aria. Tale elemento porta a due vantaggi:

    -Maggiori prestazioni, ovvero temperature sensibilmente più basse dei chip su cui è applicato.

    -Maggior silenzio, in quanto per ottenere una buona capacità dissipante è sufficiente utilizzare meno ventole e con regimi di rotazione più basso rispetto a un dissipatore ad aria.

    Questi due elementi nella costruzione di un impianto a liquido possono essere considerati di pari passo o accentuarne uno a discapito di un altro a seconda delle esigenze dell'utente.

    L'impianto a liquido è in generale il più efficiente metodo di dissipazione sostenibile in un uso daily del computer, ovvero in un uso comodo e continuativo nel quotidiano, ed è per questo che ha avuto particolarmente successo e si è diffuso nel mondo dell'overclock per ottenere setup che siano godibili e fruibili per il regolare uso di un computer.

    PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO:

    Anche se, come detto, nello specifico le configurazioni dei sistemi a liquido possono essere di varia struttura, il principio di funzionamento di base è sempre lo stesso:

    Ci sta una pompa elettrica che si occupa di creare un flusso di liquido (generalmente acqua) attraverso dei tubi, tale liquido passa attraverso delle placche metalliche cave,chiamate waterblock, opportunamente installate sul chip caldo da raffreddare. In questo passaggio si ha uno scambio termico tra il liquido (che si riscalda) e il chip stesso (che si raffredda). Il liquido così riscaldato passa attraverso un altro componente dell'impianto, il radiatore, che è molto simile a un comune radiatore dell'acqua dell'auto o del termosifone. Al radiatore sono applicate delle ventole, che soffiando aria nelle sue intercapedini, lo raffreddano, raffreddando di conseguenza il liquido al suo interno.

    I COMPONENTI NEL DETTAGLIO:

    -LA POMPA: Si presenta solitamente come un blocco centrale di varia forma è grandezza con due fori dal preciso senso di ingresso e uscita. Tutte le pompe moderne sono solitamente alimentate a 12V e hanno un molex che permette di prendere corrente direttamente dall'alimentatore del computer, collegandole come se fossero una ventola. I parametri di cui tener conto nella scelta di una pompa sono la portata (misurata in litri/ora)e la prevalenza(misurata in metri). Nel watercooling moderno è la prevalenza il parametro tra i due ad essere più importante, quindi non bisogna lasciarsi ingannare da portate relativamente basse, in quanto se associate a una buona prevalenza formano ugualmente una pompa valida.




    -IL WATERBLOCK: Chiamato in gergo abbreviativo anche wubbo o semplicemente WB, il waterblock svolge una delle funzioni più importanti dell'impianto andando a diretto contatto con il chip da raffreddare. Esso va installato sul chip esattamente come un classico dissipatore ad aria, utilizzando quindi pasta termica, e prestando le comuni norme d'attenzione per il suo perfetto contatto e serraggio. I waterblock moderni sono tutti smontabili, ovvero composti da due parti avvitate insieme tra loro con viti e un'opportuna guarnizione per facilitarne la manutenzione. Le due parti prendono il nome di base e top. La base è quella che va a diretto contatto con il chip ed è costruita in metallo altamente conduttivo. Il lato esterno della base risulta estremamente levigato per aderire nel migliore dei modi al chip, mentre il lato interno e lavorato e cesellato per favorire lo scambio termico con il liquido. Il top è invece sede dei fori per l'ingresso/uscita dei tubi e la sua forma è fondamentale per determinare la compatibilità d'aggancio con gli svariati chip. Esso costituisce il grosso del volume del waterblock ed è costruito in materiali preferibilmente leggeri ma resistenti per non gravare sul peso del componente. Si possono trovare sia waterblock con un preciso verso di ingresso/uscita dei tubi, e sia con verso equivalente a seconda che la lavorazione interna della base sia asimmetrica o simmettrica.



    Base:



    Top:




    -Il RADIATORE: Costruito solitamente in rame e altre leghe particolarmente conduttive, il radiatore ha diverse forme e misure che ne vincolano il tipo e il numero di ventole che vi si possono applicare. I parametri fondamentali che determino la qualità di questo componente sono lo spessore (più è spesso, più è efficiente a parità di dimensione della base) e la struttura delle alette che più è fitta e più garantisce buone performance anche usando ventole con RPM (e quindi rumore) più bassi. Solitamente nel nome del radiatore è presente un numero che sta ad indicare il numero e tipo di ventole che può montare per singola base. Un radiatore da 360 ad esempio può montare su una delle due basi tre ventole da 120mm (120x3), un radiatore da 240 due ventole da 120mm, un radiatore da 480 tre ventole da 140mm l'una e via dicendo. Solitamente i due fori di ingresso/uscita dei tubi non hanno un verso preciso da seguire.



    -I RACCORDI: Sono congiunture metalliche filettate che servono a unire i tubi con i vari componenti dell'impianto. Sono estremamente importanti in quanto la loro qualità e il loro corretto fissaggio assicura l'assenza di perdite e fuoriuscite di liquido dall'impianto. Essi possono essere di varia dimensione, forma e tipo. La dimensione deve essere tassativamente omogenea al diametro dei tubi scelti onde evitare perdite. La forma dipende dalle necessità di montaggio, ci sono raccordi diritti, curvati di 45 o 90°, o anche raccordi che fungono da sdoppiatori a forma di T o Y. Se un raccordo indica al suo interno una valvola che può essere aperta o chiusa, questo prende il nome di rubinetto.

    I raccordi come detto, posso essere di vario tipo. I più classici sono i cosiddetti portatubo che necessitano di una fascetta che avvolga il tubo sulla sua struttura per poter essere fissati. Sono il primo tipo di raccordo creato e anche il meno sicuro e antiestetico.

    Ci sono poi i cosiddetti raccordi a compressione che sono attualmente i più diffusi e sicuri in commercio. Un raccordo a compressione è costituito da due parti, una di base su cui inserire il tubo e una corona filettata che avvitata sulla prima dopo aver inserito il tubo chiude quest'ultimo a sandwich serrandolo perfettamente.

    Infine ci sono raccordi pneumatici, che sono tra tutti quelli sicuramente più facili da attaccate e staccare, in quanto con un apposita clip pneumatica permettono il perfetto serraggio del tubo. Essi sono sicuri allo stesso livello di quelli a compressione, tuttavia, richiedendo tubi particolarmente rigidi per funzionare correttamente, non sono molto diffusi.

    Portatubo classico:



    Raccordi a compressione:



    Raccordi pneumatici:



    -I TUBI: La scelta dei tubi è importante per non rischiare involontari strozamenti al flusso o perdite. Le caratteristiche dei tubi fondamentali per un buon impianto risiedono nella loro flessibilità e capacità di piegatura senza compromettere il diametro interno del tubo. Ci sono molti, molti tipi di tubi in commercio per impianti a liquido sia come materiali che come grandezza. Partiamo quindi dalle principali sigle che potrete incontrare nella scelta di tubi e raccordi:

    ID : Internal diameter, diametro interno del tubo
    OD : Outside diameter, diametro esterno del tubo

    Queste misure sono espresse in pollici di solito, quindi è buono ricordare il fattore di conversione:

    Conversione ---> 1" = 25,4 mm



    A = Diametro esterno
    B = Spessore del tubo
    C = Diametro interno

    Bene. Chiariti i concetti base ora interessiamoci di capire quanto incide usare tubi dal diametro maggiore o superiore:

    *Dal punto di vista delle prestazioni termiche, la grandezza del tutto è del tutto trascurabile. Usare un tubo con ID 6mm invece di 13mm (più del doppio), vi farà perdere meno di 1°C. Quindi la questione è del tutto trascurabile.

    *Dal punto di vista della resistività, ovviamente un tubo più stretto sarà più resistivo di uno più largo ed è consigliabile mantenersi su un ID tra i 10 e i 13mm; almeno questo ci insegna la vecchia scuola. Tuttavia le pompe moderne hanno una prevalenza tale che pur usando diametri più bassi non dovreste incorrere in particolari problemi di flusso.

    Quindi in conclusione sulla questione delle dimensioni, andate un pò a gusto. I vincoli sono abbastanza trascurabili oscillando nel range dai 6 ai 13mm di ID. Chiarito ciò, passiamo ai materiali in cui è possibile incorrere:

    *Silicone: Estremamente maneggevole e flessibile, ottimo da un punto di vista prettamente funzionale. Può tuttavia risultare alquanto antiestetico dati i suoi colori opachi, smorti e poco trasparenti.



    *Crystal: Meno flessibili dei tubi in silicone sono tuttavia estremamente trasparenti e sono disponibili anche in varie colorazioni UV reactive. Inoltre risultano anche molto più economici. Sono in generale il tipo di tubo più diffuso anche perchè si prestano molto bene a modding e a considerazioni estetiche in generale.



    *Spiralato: Si tratta di un tubo in pvc trasparente con all'interno fusa una molla metallica. Sono in assoluto i tubi più rigidi e ostici da montare. Sarà necessario scaldarli col phone per connettere raccordi e far prendere al tubo la giusta piegatura. Tuttavia risultano in assoluto i più sicuri di tutti e meno soggetti a strozzamenti grazie all'ulteriore sostegno interno dato dalla molla.



    *Tygon: Tale tubo merita una parentesi speciale, il Tygon è un materiale la cui composizione è brevettato dalla "Saint Gobain Performance Plastics" che lo produce in varie versioni a seconda della destinazione d'uso. La versione più apprezzata dai modder e da chi progetta un impianto a liquido per il pc è la R-3400. Il Tygon R-3400 è in assoluto il miglior tubo come flessibilità, sicurezza e durevolezza nel tempo che ci sia. Esso si presenta con una superficie del tutto nera e lucida abbastanza accattivante (non ci sono altri colori). Di contro il Tygon è difficilmente reperibile sul mercato europeo e costa TANTISSIMO. E a parere personale è anche decisamente "eccessivo" per l'uso che ci interessa.



    *Semi-rigidi: Sono i tubi utilizzati per i raccordi pneumatici in plastica semi-rigida. Ci sono in varie colorazioni (anche trasparenti). Risultano estremamente facili da installare e riescono a fare curve discretamente strette nonostante la loro apparente rigidità, complice anche un ID solitamente più basso per chi di solito sceglie questo tipo di tubo.

    Ovviamente, mi sembra quasi inutile dirlo, ma meglio dirlo e anche sottolinearlo: TUBI E RACCORDI VANNO SCELTI IN OGNI CASO DELLO STESSO DIAMETRO

    -LA VASCHETTA: Questo componente non partecipa attivamente al lavoro dell'impianto e in linea teorica non è obbligatorio per il corretto funzionamento dello stesso. In linea pratica invece, è quasi obbligatorio e facilita enormemente le operazioni di riempimento, rabbocco, svuotamento e manutenzione dell'impianto. La vaschetta è semplicemente un contenitore per il liquido,solitamente di plastica trasparente, la cui forma è fatta per evitare bolle d'aria e che essa vada in circolo nell'impianto. Ce ne sono in commercio dalle forme, dimensioni e caratteristiche estetiche più svariate a seconda dei gusti e delle esigenze. Alcune riprendono la forma dei bay da 5,25" del case dove solitamente alloggiano le unità ottiche per favorirne l'integrazione omogenea col case del computer.



    -I SENSORI: E' possibile inserire nell'impianto alcuni sensori supplementari per monitorare lo stato dell'impianto. Questi sono solitamente termometri per monitorare la temperatura dell'acqua e flussometri per valutarne il flusso. Essi sono adeguatamente filettati per essere agganciati ai più comuni raccordi in commercio.



    -IL CONVOGLIATORE: Questo componente aggiuntivo e opzionale è estremamente importante per aumentare l'efficienza delle ventole installate sul radiatore. Infatti agganciando direttamente la ventola sul radiatore si crea infatti un punto morto per ogni ventola in corrispondenza del rotore centrale della ventola che non soffia aria. Distanziando le ventole dal radiatore con un convogliatore di circa 5cm di altezza invece tale effetto scompare e TUTTA la superficie del radiatore è irrorata di aria fresca, aumentandone l'efficacia dissipante. Inutile dire che le forme e dimensioni di un convogliatore seguono fedelmente quelle dei radiatori in commercio (120, 240, 360, 140, 480 ecc ecc.)



    COSA E' UN LOOP?

    Tutti i componenti sopra elencati vengono collegati tra loro fino a formare un cosiddetto loop, ovvero un cerchio chiuso nel quale il liquido scorre in un flusso continuo. In un impianto a liquido si può creare un singolo loop mettendo tutti i componenti i serie o più loop paralleli tramite raccordi sdoppiatori. Loop paralleli, a seconda dei casi hanno in comune solo alcuni dei componenti sopra elencati, mentre una parte del percorso e relativi componenti viene sdoppiata. Tale pratica era molto diffusa sino a qualche anno fa per garantire maggior portata all'impianto inserendo più pompe da dedicare solo a uno o due waterblock. Ad oggi tale soluzione date le pompe sempre più potenti e i waterblock sempre meno resistivi risulta del tutto inutile se non controproducente ai fini pratici e sono molto più frequenti soluzioni basate su singolo loop dotate di svariati waterblock.

    UN PO' DI STORIA, LA OLD SCHOOL:

    Originariamente il settore del watercooling era una questione prettamente artigianale. Non c'erano in commercio molti prodotti appositamente studiati per questo scopo e c'era da fare un grosso lavoro di adattamento e talvolta di auto-costruzione. Questo limitava l'adozione di un raffreddamento del genere ai modder più abili ed esperti dotati, peraltro di strumentazioni avanzate come frese, saldatori ecc. Per anni le pompe utilizzate per creare un impianto a liquido erano le stesse utilizzate per gli acquari, alimentate quindi a 220V non potevano appoggiarsi sull'alimentatore del pc e accendersi insieme, ma avevano un'alimentazione separata. Dotate di ampissima portata e prevalenze ridicole era facile farle collassare sotto la resistenza offerta da più waterblock in serie era quindi prassi creare più loop nell'impianto per uno o massimo due waterblock. I waterblock a loro volta erano molto più resistivi, forzando il liquido a girare nelle loro cavità per ottenere un buono scambio termico. I radiatori erano riciclati da termosifoni, o motorini 50, e adeguatamente saldati e modificati negli ingressi, permettevano di essere raccordati al resto dell'impianto. raccordi a loro volta erano nel migliore dei casi costituiti dal classici portatubo con fascetta in ferro oppure dai raccordi in plastica comunemente utilizzati nel giardinaggio o negli acquari. Gli stessi tubi non erano fatti per seguire le curvature strette dei case, erano poco flessibili e facilmente si strozzavano, ragion per cui, garantire un flusso sufficiente venivano scelti tubi di diametro estremamente grosso e ingombrante.

    Alcuni vecchi utenti prediligono ancora il fascino grezzo dell'autocostuzione alla comodità, efficienza ed estetica di utilizzare prodotti appositamente studiati e confezionati per funzionare in un computer.

    INTEGRAZIONE INTERNA O ESTERNA, WATERSTATION:

    Con il termine "integrazione" si intende l'integrare un impianto a liquido completo al proprio computer. L'integrazioni può essere di due tipi a seconda che decidano di piazzare alcuni dei componenti dell'impianto fuori o dentro dal case principale del computer. Un integrazione interna prevede la collocazione di tutti i componenti all'interno del case del computer. A tale scopo sono in produzione appositi radiatori e ventole slim di spessore particolarmente contenuto. Un'integrazione esterna prevede l'installazione di uno o più componenti dell'impianto (ovviamente non i waterblock) esternamente. Il primo pezzo che sicuramente ha senso installare esternamente è il radiatore, in modo da avere tutto lo spazio necessario per utilizzare radiatori di ampio spessore con convogliatori generosi. Inoltre, trovandosi esternamente al case, il radiatore sarà irrorato da aria sicuramente più fresca aumentandone ulteriormente le prestazioni; il tutto al prezzo di un maggiore ingombro complessivo ovviamente.

    Quando si decide di integrare esternamente il tutto può essere agganciato esternamente al case stesso magari eseguendo dei piccoli interventi di modding per il passaggio dei tubi o le viti di aggancio. Alternativamente, soprattutto quando si vogliono posizionare esternamente anche altri componenti oltre al radiatore, come vaschetta, pompa ed eventualmente un controller per le ventole, è possibile crearsi una seconda base di fissaggio indipendente dal case principale. Una sorta di case aggiuntivo per i soli componenti dell'impianto. Tale elemento così creato prende il nome di waterstation. La waterstation è collegata al case principale esclusivamente tramite i tubi "da" e "verso" i waterblock.

    In alternativa l'impianto a liquido può essere integrato insieme ai componenti hardware su un banchetto di prova in sostituzione del classico case. Tale integrazione è da considerarsi come un caso particolare di integrazione esterna.

    Esempio di integrazione interna:



    Esempio di integrazione esterna:



    Esempio di integrazione con waterstation:





    REGOLE DI MONTAGGIO:

    Per quanto riguarda le regole di montaggio di un impianto a liquido ci sono da sfatare vari miti e leggende. Quando si monta un impianto a liquido in realtà esistono ben pochi vincoli e migliorie e ognuno si può sbizzarrire a trovare la combinazione e configurazione che ritiene più soddisfacente e pratica.

    -Una regola imprescindibile è quella di montare la pompa nel loop subito dopo la vaschetta e in posizione più bassa rispetto a quest'ultima. Questo per evitare che la pompa vada a lavorare a vuoto rischiando la rottura, per velocizzare lo spurgo dell'impianto dall'aria e per migliorare il flusso.

    E' assolutamente indifferente con che ordine si vanno a inserire nel loop tutti gli altri componenti. Se si vuole dotare il proprio loop di più waterblock e più radiatori, ad esempio e del tutto indifferente mettere prima tutti i WB e poi tutti i radiatori o alternare un waterblock a un radiatore. Questo perchè la velocità di trasmissione termica del liquido è infinitamente superiore alla portata del suo flusso; conseguenza di ciò è che dopo pochi secondi dall'accensione dell'impianto il liquido raggiunge il suo equilibrio termico e la temperatura dell'acqua istante per istante è uguale in tutti i punti dell'impianto, che si tratti del bollente waterblock o del freddissimo radiatore. Quindi: pompa subito dopo la vaschetta, il resto come vi pare... Ecco un esempio del tutto simbolico di un loop completo montato:



    -Un altro mito da sfatare è quello che se si usano vaschette più grandi con più liquido le temperature sono più basse. E' vero il concetto fisico che con più liquido a disposizione il calore di propaga più omogeneamente abbassando il suo massimo, tuttavia tale proprietà fisica mostra risultati apprezzabili solo quando le quantità sono particolarmente diverse. Esempio pratico: se invece della vaschetta del volume di un by da 5,25" utilizzo la vasca da bagno piena sino all'orlo come mia vaschetta dell'impianto allora apprezzerò un miglioramento termico del liquido di 1-2°. Ma utilizzare una vaschetta dal volume 5 o 6 volte quella di un singolo bay da 5.25" mi porterà a un vantaggio termico in meno di un decimo di grado e quindi del tutto irrilevante. Ragion per cui in conclusione: la vaschetta più piccola è e meglio è!

    -Rimanendo sempre in tema di leggende, vi può capitare che alcuni utenti vi consiglino di pulire internamente i radiatori prima di andarli a montare, riempiendoli di una soluzione di acqua e aceto o altri acidi. Bene, questa proceduta è del tutto INUTILE e in alcuni casi addirittura dannosa e controproducente. I materiali di produzione interna dei radiatori non si staccano da soli sporcando l'impianto se non vengono stuzzicati con sostanze appositamente corrosive. Anzi potrebbero cominciare a staccarsi proprio dopo una procedura del genere.

    -Per quanto riguarda l'aggancio delle ventole sul radiatore, il verso del montaggio più efficiente (al contrario di come si possa intuire inizialmente) è sempre quello del "pull", ovvero con le ventole che succhiano aria dal radiatore. E' anche possibile se si ha lo spazio necessario a disposizione, applicare delle configurazioni push&pull con ventole da entrambi i lati del radiatore con miglioramenti apprezzabili. Prestare sempre e comunque attenzione che l'aria che irrore il radiatore provenga sempre direttamente dall'esterno del case e mai dall'interno.

    -Evitare curvature dei tubi troppo strette, meglio metterci un pò di tubo in più e ottenere una curva più morbida che una curva che strozzi il diametro massimo del tubo. Se si devono effettuare curvature particolarmente brusche inserire un raccordo a 45 o 90° a seconda delle esigenze.

    -ATTENZIONE quando fissate il radiatore al case, non usate viti troppo lunghe è avvitate lo stretto indispensabile per tenerlo agganciato o rischierete di bucarlo e rovinarlo irreversibilmente. Nel caso utilizzare degli appositi distanziali per tenerlo lievemente distaccato dal case.

    -Serrare bene tutti i raccordi e controllarli più e più volte. In caso di raccordi a compressione aiutatevi anche con una pinza per serrare la corona esterna per maggior sicurezza, senza esagerare troppo tuttavia.

    LIQUIDI PER IL RIEMPIMENTO:

    Il liquido più comune per il riempimento dell'impianto è l'acqua. Ma non dovete assolutamente utilizzare l'acqua del rubinetto o imbottigliata. Serve acqua particolarmente pura e asettica, priva di calcare o micro-organismi che possano corrodere o creare alghe a lungo andare. Il minimo sindacale è utilizzare acqua distillata, ma consiglio caldamente di adoperare acqua bidistillata o tridistillata addirittura. IN caso di integrazione con sistemi di raffreddamento più estremi (di cui parleremo in seguito) con temperature sotto lo zero utilizzare comune antigelo da auto. E' possibile aggiungere all'acqua anche dell'additivo colorato UV reactive per dare un tocco estetico ulteriore; personalmente, nonostante sia una pratica molto diffusa, ne sconsiglio l'utilizzo perchè nel tempo lascia notevoli residui nei tubi e nei waterblock riducendone l'efficienza e obbligando ad interventi di pulizia e manutenzione su base semestrale invece che ogni due o tre anni come di norma. Se ci tenete all'estetica piuttosto comprate direttamente tubi colorati, magari UV reactive, senza però inserire porcherie nel liquido.

    REGOLE DI PRIMA ACCENSIONE E RIEMPIMENTO DELL'IMPIANTO:

    La prima volta che accenderete il vostro impianto a liquido ci sono varie norme di sicurezza che dovrete seguire in quanto è il momento più critico della sua vita:

    -NON alimentate la pompa direttamente all'alimentatore del pc da raffreddare ma collegatela momentaneamente con una prolunga all'alimentatore di un altro pc che andrete ad accendere. In tal modo vi tutelerete da eventuali perdite di liquido dovute a un errato montaggio in quanto il liquido non colpirà hardware acceso. Ecco un esempio:



    -PRIMA di accendere la pompa, riempite completamente la vaschetta, in quanto la pompa per funzionare bene ha bisogno da subito di liquido; se la fate girare a vuoto troppi secondi rischiate di bruciarla irreparabilmente.

    -Una volta accesa la pompa, state pronti a rifornire tempestivamente la vaschetta di altra acqua, perchè la pompa se la succhierà velocemente per immetterla nell'impianto.

    -Una volta che il livello del liquido nella vaschetta si sarà stabilizzato, scuotete vigorosamente, ma senza esagerare, il computer con l'impianto integrato e in particolar modo il radiatore per facilitare lo spurgo dell'aria.

    -Lasciate l'impianto così collegato a girare in rodaggio per circa due ore con il tappo della vaschetta aperta per far si che si finisca di spurgare completamente. Ogni tanto tornate a scuotere il radiatore come detto sopra ed eventualmente a provvedere a ulteriori rabocchi d'acqua. Controllare anche che non ci siano micro-perdite passando un fogli odi carta assorbente nei pressi di tutti i raccordi.

    -Quando non vedrete più bollicine gorgogliare nella vaschetta e nei tubi e non sentirete più il classico "rumore di ruscello" significa che l'impianto è correttamente spurgato. A questo punto potete attaccare la pompa all'alimentazione del pc dove risiede l'impianto e accenderlo tappando la vaschetta.

    -Dopo circa 1 o due settimane è fisiologico che il livello del liquido della vaschetta si abbassi. Non dovete allarmarvi, non ci sono perdite, semplicemente l'impianto autonomamente si sarà finito di spurgare da solo anche nelle più infinitesime intercapedini. Provvedete ad un rabbocco e tappate la vaschetta.

    DIMENSIONAMENTO E VALUTAZIONE DELL'IMPIANTO:

    Come detto, il radiatore dell'impianto si raffredda con l'aria proveniente dall'esterno del case. Va di per se che quindi la temperatura del liquido non potrà mai essere inferiore o uguale a quella ambientale della stanza dove è situato il computer. Per valutare se il sistema di radiatori/ventole è ben dimensionato per svolgere il compito che gli è stato assegnato, bisogna valutare la cosiddetta deltaT (o anche dT) ovvero la differenza trà la temperatura del liquido con tutti i chip su cui sono installati waterblock in full load meno quella dell'ambiente. Una dT di 7-9° indica che il sistema è ben dimensionato, una dT di 5-6° indica che il sistema è ottimamente dimensionato. Se invece si crea una differenza termica superiore ai 9° significa che il comparto di raffreddamento e sottodimensionato rispetto aquello che deve raffreddare ed è caldamente consigliato aggiungere radiatori e o ventole più potenti.

    Analogamente un flusso adeguato per far lavorare correttamente i waterblock è compreso fra i 400 e i 180 l/h. Al di sotto di tale range potrebbero esserci problemi di raffreddamento, al di sopra invece si ha la cosiddetta cavitazione che produce un fastidioso rumore nel flusso e rischia anche di rompere la pompa.

    Per quanto riguarda la differenza termica fra il liquido e il chip che va a raffreddare, questo dipende invece fortemente dalla qualità del waterblock, pasta termica e dal tipo di chip. Un waterblock di buona qualità riesce comunque a contenere tale differenza sui 20° circa in full load ma è un valore puramente indicativo.

    MANUTENZIONE:

    La manutenzione dell'impianto è una procedura che va fatta periodicamente, la cui cadenza è estremamente legata alle scelte sul liquido fatte in precedenza: se avete utilizzato acqua bidistillata o tridistillata senza additivi coloranti, allora può essere eseguita anche ogni tre anni. Se invece avete usato semplice acqua distillata con magari di coloranti allora il periodo di manutenzione può scendere drasticamente anche a 6-7 mesi.

    In ogni caso, anche usando i liquidi più puri possibili e con tutte le accortezze del caso, prima o poi dovrete eseguire una manutenzione dell'impianto, questo perchè le inevitabili micro-impurità dei liquidi o le micro-particelle che si staccano dalle pareti interne di tubi, vaschette e tutti gli altri componenti nel tempo finiranno per addensarsi soprattutto nella parte cesellata interna della base del waterblock, riducendone l'efficienza.

    Non eseguire la manutenzione periodica, nel migliore dei casi può portare a un lieve calo prestazionale negli anni contenuto in pochi gradi. Ma in alcuni casi può portare anche alla formazione di alghe e incrostazioni. Inoltre eseguire la manutenzione è anche un'occasione per revisionare le chiusure dei raccordi che negli anni potrebbero perdere la loro aderenza, a tutto vantaggio della sicurezza quindi.

    La prima cosa da fare quando si esegue la manutenzione è svuotare l'impianto. Per fare questo è necessario aprire il tappo della vaschetta per evitare che il liquido rimanga sottovuoto e bisogna aprire uno dei raccordi facendo attenzione a mettere una bacinella o un catino sotto per raccogliere il liquido senza innaffiare l'hardware. Tale procedura può risultare alquanto scomoda, ed è per questo che all'atto della creazione dell'impianto consiglio di crearsi un ramo morto che termini con un rubinetto in modo da facilitare le operazioni di scarico in tutta comodità:



    Una volta svuotato l'impianto il liquido va buttato e non riciclato, mi raccomando!

    A questo punto procedete ad aprire i waterblock in due per pulirli al loro interno, sciacquate per bene vaschetta e radiatore da eventuali sedimenti internamente ed aprite e serrate nuovamente tutti i raccordi per sicurezza.
    C'è anche chi apre la pompa per pulirla internamente, siete liberi di farlo anche se la trovo una procedura eccessiva salvo in casi di forte formazioni di sporco come alghe o calcare.

    Richiudete tutto e seguite nuovamente le regole per il montaggio e prima accensione.

    Oltre alla manutenzione interna dell'impianto, nel caso abbiate montato i radiatori con ventole su uno solo dei lati, sarà inevitabile la formazione periodica di grosse quantità di polvere sul lato opposto a quello delle ventole. Procedete quindi ogni 4 o 5 mesi ad accedere a tale lato del radiatore e a liberarlo per bene dallo strato di sporco con un comune aspirapolvere. Tale problema viene del tutto eliminato se si utilizzano ventole su entrambi i lati del radiatore in configurazione push&pull.

    PERICOLI E AVVERTENZE:

    Come è facile immaginare, il principale pericolo che si può verificare usando un impianto a liquido è quello di innaffiare il proprio hardware, tuttavia la cosa è meno grave è pericolosa di quanto si possa pensare. Inoltre è una ipotesi molto remota e mai per malfunzionamenti dei componenti dell'impianto che hanno ormai raggiunto un gradi di affidabilità estremo. Potrebbe comunque capitarvi se siete alle prime armi che per un raccordo attaccato male, un radiatore bucato o un tubo forato, di fare una bella doccia al vostro PC.

    Se al momento dell'innaffiamento tutto l'hardware è spento non c'è il minimo problema, infatti l'acqua usata per l'impianto a liquido essendo distillata, non produce ossido asciugandosi su una superficie metallica o di silicio, quindi il vostro hardware potrebbe essere anche completamente immerso in un liquido del genere per ore e uscire completamente intatto; ovviamente prima di metterlo in funzione c'è bisogno che sia completamente asciutto in ogni millimetrico punto e anfratto. In ali circostanze si consiglia di asciugare accuratamente l'hardware col phone e attendere almeno ulteriori 24 ore prima di metterlo in funzione per far evaporare le restanti particelle d'acqua.

    Se al contrario l'acqua va a finire sul computer mentre quest'ultimo è acceso "potreste" avere qualche problema. L'acqua infatti è un liquido conduttore che crea quindi corto circuito sulle piste scavate nel silicio dell'hardware. Personalmente mi è capitato di bagnare un paio di volte i componenti hardware accesi e non è mai successo nessun danno, salvo spegnersi di colpo. Il comportamento più comune di un componente hardware bagnato dall'acqua dell'impianto infatti è quello di spegnersi di colpo se in funzione e non riaccendersi più finchè non risulti completamente asciutto in ogni sua minima parte. Anche in questo caso si consiglia di asciugare accuratamente e non riaccendere prima di 24 ore. Certo, in tal caso c'è il minimo rischio che il corto-circuito possa danneggiare l'hardware, tuttavia la qualità media dell'hardware moderno e la raffinatezza delle sue fasi di alimentazione riduce al minimo questa ipotesi, dovete essere proprio sfigati.

    Ricapitolando in conclusione: rischio minimo di bagnare qualcosa e ancora più infinitesimo che bagnando qualcosa possiate creare danni.

    Un'ulteriore questione su cui stare attenti è che non sarà più la scheda madre a gestire in automatico la rotazione delle ventole come avviene con la maggior parte dei dissipatori ad aria, ma sarete voi (si spera tramite apposito fan controller) a regolare la loro velocità. Questo non significa che dovete stare ogni tre secondi a smanettare vicino al fan controller, sarebbe da pazzi. Tuttavia e bene che vi ricordate di alzare o abbassare un pò il regime di rotazione delle ventole a seconda che vogliate fare un gioco o semplicemente navigare su internet ad esempio.


    IL WATERCOOLING IN ITALIA:

    Anche se il mondo del raffreddamento a liquido è e resta un settore d'elitè, in questa nicchia di mercato l'Italia a sorpresa è una delle principali realtà e punto di riferimento a livello MONDIALE. Le case produttrici italiane per prodotti di watercooling sono ai vertici e prime in assoluto come qualità, prestazioni e design dei loro prodotti; anche se, tuttavia, la loro vastità di offerta non può competere con la sterminata varietà di prodotti offerti da altre, comunque valide, aziende d'oltreoceano.

    In tale discorso non possiamo non ricordare

    Ybris: Specializzata in produzione di Waterblock e Liquidi
    Tecnofront: Specializzata in produzione di Vaschette, Convogliatori e recentemente di Banchetti.
    DimasTech: Specializzata in produzione di Waterchiller, Banchetti e recentemente di Waterblock e Liquidi. (Specializzata anche in altre tecniche di raffreddamento più estremo come Tolotti e Phase Change)
    SANSO: Specializzata in produzione di Pompe.

    La presenza di queste case sul nostro territorio rappresenta in grosso punto d'orgoglio, anche se non sono in grado come varietà di offerta, di garantire un impianto di raffreddamento totalmente MADE IN ITALY.

    IL WATERCHILLER: QUANDO IL RAFFREDDAMENTO A LIQUIDO DIVENTA ESTREMO

    Il waterchiller è un componente che può essere inserito nell'impianto a liquido in sostituzione del classico radiatore; Il suo scopo, infatti, è quello di raffreddare il liquido in circolo nel loop. A differenza del classico radiatore che utilizza l'aria esterna (ed è quindi vincolato alla temperatura ambientale), il waterchiller permette di svincolarsi da questo limite, arrivando ad ottenere temperature del liquido estremamente più basse. Per raggiungere tale obbiettivo il waterchiller ha una struttura che, seppur adattata nella forma all'utilizzo che deve svolgere, nella sostanza non differisce minimamente dalla struttura di un motore di un frigorifero:



    Un circuito frigorifero è un circuito totalmente chiuso ed ermetico, caricato con gas refrigerante di nome freon (esistono vari tipi in base al compo d'impiego).
    Il compressore è il cuore del sistema e la sua funzione è quella di comprimere il gas refrigerante e portarlo ad alta pressione, tale pressione comporta un surriscaldamento del gas, qui entra in gioco il condensatore (simile a un radiatore ma con una funzione differente dalla quale deriva il nome) che raffreddato solitamente ad aria raffredda il gas che lo attraversa condensando tutto il gas fino a renderlo liquido, subito dopo troviamo la valvola di laminazione o più comunemente chiamata valvola d'espansione, tale valvola crea una strozzatura sulla tubazione (in circuiti piccoli come il watherchiller non è altro che una vera e propria strozzatura sulla tubazione in rame) ritrasformando il gas da liquido a gassoso, il gas per sua composizione fisica in un cosi brusco cambio di stato da liquido a gassoso diventa freddo, di conseguenza attraversando l'evaporatore (nel nostro caso una semplice serpentina in rame) cede le sua bassa temperatura al liquido refrigerante che a sua volta avrà il compito di raffreddare cpu, gpu e chip vari tramite i waterblock installati.
    Se fate caso non è molto diverso da un impianto a liquido, dove il compressore è la pompa, il condensatore è il radiatore e l'evaporatore è il waterblock... La differenza sostanziale rientra proprio nel gas refrigerante che necessita di una giusta quantità e di giuste pressioni (anche oltre i 20bar allo stato liquido e sempre in base alle temperature esterne) per rendere il circuito funzionante.



    Esternamente il waterchiller invece ci appare chiuso in un case di dimensioni variabili a seconda della potenza (di cui parleremo più avanti), sul cui retro ci sono i raccordi di ingresso/uscita per collegare l'apparato al resto dell'impianto, mentre sul frontale è presente un semplice pannello di controllo che permette all'utente di scegliere a che temperatura vogliamo portare il liquido dell'impianto:



    E' proprio questo elemento frontale a rivestire un ruolo di cruciale importanza; infatti, una volta raggiunta la temperatura desiderata, il waterchiller si spegne riducendo il consumo elettrico e ritorna in funzione solo quando la temperatura ricomincia a salire. C'è quindi un funzionamento oscillatorio e non sempre attivo.

    Le temperature, i consumi e le prestazioni di un waterchiller sono legate, come detto, alla potenza del suo compressore per l'80%, e solo marginalmente alle altre scelte costruttive. Tale potenza è misurata in "cavalli" (hp) secondo il vecchio sistema metrico inglese. Ecco un riassunto delle principali versioni in commercio con consumi e destinazione d'uso*:

    *NOTA: i valori sono del tutto indicativi solo per farsi un idea, possono relativamente discostarsi da quanto riportato in base al modello di waterchiller

    -Un modello da 1/4 hp riesce a portare la temperatura del liquido sugli 8/9°C con un consumo di 300W quando acceso. Adatto per un uso daily senza pretese.

    -Un modello da 1/2 hp fa scendere la temperatura fino ai -1/-3°C con un consumo sui 400-450W quando acceso. Adatto per uso daily e per sessioni di bench estremo di entry level.

    -Un modello da 1 hp arriva anche a -15/-20°C con un consumo sui 700W quando acceso. Adatto per chi ha intenzione di fare bench particolarmente seri.

    In ogni caso la rumorosità è discreta e ben percepibile, ma comunque inferiore a un radiatore triventola con ventole a 2000RPM.

    Da sottolineare che è impossibile fare una stima della temperatura effettiva ottenuta sul chip in quanto dipendente anche dalla qualità dei waterblock e dal tipo di chip usato, e per finire dalla forma specifica del loop.

    Quando si ha a che fare con i waterchiller si inizia anche ad avere a che fare tuttavia con i problemi del raffreddamento estremo. Il primo problema che possiamo incontrare è quello della condensa:

    Per una legge fisica della natura, se due superfici a contatto hanno una rilevante differenza termica, si condenseranno le particelle d'acqua presente dell'aria circostante tornando alla forma liquida. Questa è una situazione totalmente da evitare, in quanto tale acqua liquida a contatto con i circuiti esterni del pcb adiacenti al chip, potrebbe danneggiarli o comunque creare i problemi di cui abbiamo già discusso in caso di perdite dell'impianto a liquido. Per mantenere tali temperature, evitando la formazione di condensa, sarà necessario coibentare (isolare) waterblock e tubi dell'impianto (Descrizione più approfondita di tale procedura ci riserviamo di trattarla in una guida separata).

    Ad ogni modo, nel caso si voglia evitare di coibentare, basta tenersi sopra al cosiddetto "punto di rugiada" nella selezione della temperatura del liquido. Tale punto di rugiada dipende oltre che dalla temperatura dell'ambiente esterno, anche dalla sua umidità. Eccovi una chiara tabella della minima temperatura che potete impostare sul waterchiller in base a temperatura/umidità dell'ambiente in cui vi trovate:



    Superato il problema della condensa, il successivo limite in cui possono nascere dei problemi è quello degli 0°C. A questa soglia, infatti, come è noto l'acqua diventa ghiaccio; e il liquido del vostro impianto non fa differenza. Per ovviare a questo problema sarà necessario sostituire la classica acqua bidistillata con il liquido antigelo utilizzato per le macchine o aggiungere una buona quantità di alcool all'acqua. Inoltre, ancora, bisognerà utilizzare waterblock adatti con top in metallo o materiali decisamente resistenti; evitare waterblock con top in pexiglass che, anche se belli, potrebbero andare in frantumi per l'eccessiva escursione termica e conseguente dilatazione/restringimento dei materiali. Anche la densità del liquido inizierà ad aumentare, mettendo sotto ulteriore sforzo la vostra pompa che dovrà aver quindi un buon margine di potenza nel bagagliaio per continuare a lavorare come si deve.

    In sostanza, per andare sotto gli 0° è necessario dotarsi di componenti con determinate proprietà e caratteristiche e dovete pensarci prima di impostare semplicemente una temperatura sotto-zero dal vostro waterchiller.

    Alcuni utenti potranno obbiettare, che al posto del waterchiller ci sono altri apparati che a parità di costo e consumo elettrico riescono ad ottenere prestazioni nettamente superiori per il raffreddamento estremo, prime fra tutti i phase change. Questo è vero, tuttavia va considerato un dato importante che sposta l'asticella verso il waterchiller: con un phase change o anche con un più estremo tolotto, si può raffreddare un solo chip per volta. Mentre, il waterchiller andando a raffreddare il generico liquido dell'impianto permette di portare le stesse temperature su tutti i chip del sistema raffreddati da waterblock, basti pensare a un sistema a liquido con waterblock diffusi su cpu, due o tre schede video, chipset e ram per comprendere la differenza. Il risultato è un sistema molto più bilanciato nell'overclock dei suoi componenti per un uso pratico e quotidiano della piattaforma.

    In conclusione il waterchiller è il sistema più performante, completo e avanzato possibile ad oggi per una configurazione daily potendosi adattare, all'occorrenza, a situazioni extreme cooling di fascia entry level.

    I SISTEMI ALL-IN ONE ECONOMICI:

    Uno degli errori più frequenti che si commettono quando ci si inizia ad avvicinare al mondo del raffreddamento a liquido, è quello di rivolgersi a soluzioni ALL-IN-ONE pre-assemblate. Questo sia perchè risultano estremamente più facili da "comprendere" e installare, sia per una questione economica, in quanto un dissipatore del genere costa fra i 50 e i 70€, mentre un sistema a liquido "vero" non vi verrà a costare meno di 200-250€ con un singolo waterblock.

    Un sistema ALL-IN-ONE prevede un waterblock con una piccola pompa direttamente integrata sul suo top, dalla quale escono i tubi di ingresso/uscita verso un radiatore monoventola solitamente da 120mm. Tutto il loop così costituito risulta già riempito e chiuso ermeticamente sottovuoto. Non saranno quindi necessarie tutte le operazioni di montaggio/riempimento/manutenzione descritte nel corso della guida; analogamente ne è preclusa la possibile espandibilità successiva: così è e così ve lo tenete per farla breve.

    Quello che è da sottolineare con estrema fermezza è che tali sistemi non hanno niente a che vedere con un vero impianto a liquido se non il principio di funzionamento di base descritto all'inizio della guida. Le loro prestazioni sono infatti del tutto associabili a quelle di un comune dissipatore ad aria di fascia alta (neanche altissima), ne deriva che non avrete nessun vantaggio prestazionale dall'utilizzo di una soluzione del genere rispetto a una normale soluzione ad aria. Perchè allora vengono prodotte soluzioni del genere? Bhè la principale ragione è proprio quella di costituire una tentazione per gli utenti meno preparati e alle prime armi (non voi dopo aver letto tutta la guida ) che "pensano" di avere in questo modo un raffreddamento a liquido che lo è in realtà solo tecnicamente, ma che non porta con se nessuno dei concetti di performance, silenziosità ed espandibilità che vengono automaticamente associate a un sistema di raffreddamento a liquido. Inoltre, se paragonati a un normale dissipatore ad aria, possono comunque persistere alcuni vantaggi (non in termini di performance assolute), che può far lecitamente tendere la scelta verso una di queste soluzioni rispetto a un dissipatore ad aria; prima di tutte le dimensioni, in quanto un mini-loop ALL-IN-ONE del genere è sicuramente più compatto degli imponenti dissipatori metallici ad aria di alto livello. Inoltre ha una minima possibilità di modifica sul radiatore, ed è possibile comunque aggiungere convogliatori o una seconda ventola per il push&pull per migliorare di un pò le performance, anche se tali modifiche farebbero comunque levitare il prezzo di un altra quarantina d'euro.

    In ogni caso, ci teniamo a rimarcarlo, essi vanno a confrontarsi con soluzioni Air Cooling tradizionali e non bisogna erroneamente associarli a un sistema di raffreddamento a liquido con tutto ciò che esso comporta.

    Alcune delle marche più conosciute e impegnate nella realizzazione di questo genere di dispositivi sono Corsair, Cooler Master, Asteck, Coolt ed altre. Da sottolineare che si tratta, come potete notare, di marchi che solitamente si occupano della produzione di tradizionali dissipatori ad aria e che propongono appunto queste soluzioni come alternativa alle proprie soluzioni ad aria senza spostare il targhet di riferimento. Ecco una carrellata rapida di come può apparire un dispositivo ALL-IN-ONE:



    CONCLUSIONI:

    Se siete sopravvissuti alla lettura accurata di tutta la guida, adesso avete tutte le conoscenze necessarie per poter scegliere, dimensionare, montare e utilizzare il vostro primo impianto a liquido. Ovviamente si potrebbe aggiungere ancora dell'altro sull'argomento; cose che magari mi sfuggono al momento e di cui non ho tenuto considerazione, ma gli elementi di base ci sono tutti e anche ben oltre.

    Da segnalare anche che, come potrete notare, ho scritto questa guida in modo fortemente personalizzato dai miei pareri e le mie esperienze dirette, proprio per agevolare chi è alle prese con un primo impianto e i suoi mille dubbi. Una volta maturata una certa esperienza e pratica, chiunque è libero di non associarsi a determinate considerazioni e a proporre alternative valide. Il dibattito è sempre aperto e io per primo non smetterò mai di imparare.

    Colgo l'occasione per invitare tutti gli utenti che faranno beneficio di questo lavoro, di utilizzare la discussione sottostante per segnalarmi approfondimenti da aggiungere o parti da revisionare se risultano poco chiare, in modo da migliorare ulteriormente il lavoro a beneficio di tutta la comunità.


    FINE

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  2. #2
    Staff ciberbastard is on a distinguished road
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    wow guida veramente completa!!!! Ben fatta!!!

  3. #3
    Junior Member lucanapoli is on a distinguished road
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    Recensione interessante!

    Mi sono fatto una bella idea sul raffreddamento a liquido, devo dire molto approfondita sotto tutti gli aspetti.. Bene così!

  4. #4
    Amministratore Deos is on a distinguished road
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    Bravo

    \Deos

  5. #5
    Member Fevion is on a distinguished road
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    Ahaaaaa che bello finalmente un pò di info serie sul liquido. Avevo letto altre guide che a un certo punto mi avevano fatto venire dei dubbi visto che esordivano dicendo "se non siete tecnici specializzati lasciate perdere questo metodo di raffreddamento", alchè la mia faccia diventava come la seguente -.-""

    Sono molto tentato di imparare a montare e magari addirittura creare sistemi al liquido visto che già di suo l'argomento mi affascina. Ammetto che sono pienamente soddisfatto del mio sistema ad aria che per ora svolge egregiamente il suo compito visto che il mio i7-2600k per ora è abbastanza forte di suo senza necessità di overclock. Infatti la mia temperatura va sempre dai 25° ai 30° in Idle e dai 29° ai 37° in uso intensivo tipo con un gioco molto pesante con tutto al massimo.

    Una domanda che mi viene spontanea e che mi sono sempre chiesto è una però. Il processore come anche molti componenti hardware di un PC è vero che si logorano meno e che lavorano meglio (quindi guadagno di prestazioni) a basse temperature senza ovviamente esagerare tipo arrivare addirittura allo 0°. Per esempio la mia CPU sta fissa sui 25° min. Se fosse invece fissa a 10° lavorerebbe meglio e si consumerebbe meno? Questa domanda la vorrei accoppiare anche ad un'altra ovvero sull'overclock. L'overclock di suo, escludendo le temperature ovvero mettendo che la temperatura è dissipata bene, logora di più le componenti overclocckate oppure no? Io pensando all'overclock ho sempre pensato a qualcosa che viene spinto oltre il suo standard e che quindi come tutte le cose spinte oltre il loro carico "massimo" si danneggiano pian piano soffrendo la fatica.

    Grazie mille in anticipo ^_^

  6. #6
    Senior Member Danckan is on a distinguished road
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    Ti rispondo subito:

    In realtà un tempo c'era un problema che faceva succedere proprio quello che dici tu e veniva chiamato "eletromigrazione". E' strato tuttavia risolto da una quindicina d'anni nelle catene produttive di chip quindi non esiste più.
    Resta pur vero che maggiori sollecitazioni termiche logorano un minimo la vita del processore al di là dell'elettromigrazione, ma stiamo parlando di numeri oltre i limiti di "obsoletità" di un comune prodotto informatico.... ovvero un processore moderno overclokkato in daily use al massimo ti dura ad esempio 18 anni contro i 21 che ti durerebbe senza overclock... ma il ciclo di vita di questo genere di prodotti fa comunque in modo che il tuo fiammante 2600k tra 10 anni non sarà buono neanche per il più infimo muletto esistente, quindi lo butterai molto prima di arrivare ai 18anni per altri motivi....

    Quindi in conclusione senza farti troppe chiacchiere la risposta è: overclokka pure tutto e non ti preoccupare

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  7. #7
    Member Fevion is on a distinguished road
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    XD sarà fatto allora mi catapulto subito nella sezione overclock

    stesso discorso è per quanto riguarda Ram e Scheda Video? Ovvero l'over accorcia durata sempre in maniera "irrisoria" oppure in questi due casi il discorso è diverso?

  8. #8
    Staff Euphoria is on a distinguished road
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    Il grande del "consumo" lo fanno voltaggi spropositati quindi sì, vale la stessa cosa, funzionano tutti allo stesso modo
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  9. #9
    Senior Member Danckan is on a distinguished road
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    Citazione Originariamente Scritto da Fevion Visualizza Messaggio
    stesso discorso è per quanto riguarda Ram e Scheda Video? Ovvero l'over accorcia durata sempre in maniera "irrisoria" oppure in questi due casi il discorso è diverso?
    ya vale per tutti

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  10. #10
    Member Fevion is on a distinguished road
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    Rieccomi qui dopo un pò di tempo che ero sparito. Sto girando per vari siti per comprare i vari componenti e valutando qua e la i vari prezzi. Per caso conoscete un negozio specifico conveniente per hardware in generale o anche solo per raffreddamento liquido?


 

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