In questa recensione di Huawei P20 proveremo a capire se il terzo produttore mondiale è effettivamente maturato. Vi ricordate i primi smartphone realizzati dal produttore cinese? No? Infatti era meglio dimenticarli. Un vero e proprio salto abissale c’è stato con l’arrivo di Huawei P9, non perfetto, ma sicuramente meglio dei precedenti Ascend P.
Ma la linea Huawei P20 sarà veramente un bel passo avanti pronta a battagliare con Apple e Samsung oltre che con la concorrenza della terra natia? Il lancio internazionale ha puntato molto sulla versione Pro con tre fotocamere posteriori, ma forse il più bilanciato è proprio quello standard (mentre la “Lite” guarda ad altri utenti, con altri budget).
Recensione Huawei P20 – Design
Questo nuovo smartphone ha voluto dare una boccata d’aria fresca al design della società. Certo, non è il più innovativo degli ultimi tempi, ma per quello bisognerà aspettare le soluzioni flessibili. Sicuramente non si può dire che Huawei P20 sia fatto male.
La costruzione è realizzata in vetro (anteriore e posteriore) mentre la zona centrale è come al solito in metallo (alluminio). Quello che è positivo di questo smartphone è che grazie al rapporto di forma dello schermo di 19:9 non è impossibile utilizzarlo comodamente con una mano, nonostante lo schermo da 5,8″ di diagonale.
A differenza di altri modelli, Huawei P20 non è certificato per la resistenza all’immersione in acqua ma solamente con classificazione IP53 (resistente agli schizzi), una piccola ombra per un dispositivo molto interessante.
Come per altri modelli nati dopo iPhone X, anche in questo caso troviamo per lo schermo di Huawei P20 il notch. Può piacere o meno, ma era uno dei modi più semplici per aumentare il rapporto schermo/corpo. A chi non piace il notch può comunque tornare utile l’opzione per “nasconderlo” grazie a una banda nera, facendolo somigliare a una soluzione di Samsung.
Sempre frontalmente, al di sotto dello schermo, c’è un bordo più spesso dove Huawei P20 nasconde il lettore d’impronte. Lungo e stretto, quest’ultimo è comodo quando il riconoscimento facciale non funziona adeguatamente o per chi volesse utilizzare solo il “vecchio” sistema di autenticazione biometrica.
Posteriormente, Huawei P20 ha la doppia fotocamera posizionata verticalmente, non richiamando però direttamente la concorrenza della mela morsicata. La zona in vetro posteriore è sicuramente affascinante nella colorazione nera da noi provata, ma la colorazione midnight blue forse salta di più all’occhio.
Nella zona inferiore c’è una porta USB 3.1 Type-C mentre manca il jack da 3,5 mm, c’è poi uno speaker per la riproduzione audio e i soliti tasti per volume e standby/accensione sulla destra.
Recensione Huawei P20 – Caratteristiche
Come abbiamo scritto poco sopra, Huawei P20 ha uno schermo anteriore da 5,8″ con risoluzione FHD+ (pari a 2240 x 1080 pixel, densità di 429 PPI) con notch. Il pannello impiegato non è un costoso OLED ma piuttosto un LTPS IPS che permette di arrivare a un rapporto schermo/corpo dell’80%.
All’interno troviamo un SoC Kirin 970 di HiSilicon, che già conosciamo da Huawei Mate 10 Pro. Si tratta di un processore di ultima generazione che presenta un co-processore NPU a cui viene delegata la gestione dell’Intelligenza Artificiale.
La struttura di Kirin 970 è di tipo octa-core con quattro core Cortex-A73 da 2,36 GHz e quattro core Cortex-A53 da 1,8 GHz. Huawei P20 ha poi una GPU Mali-G72 MP12, 4 GB di RAM e 128 GB di spazio di storage non espandibile.
Le dimensioni di questo smartphone sono pari a 149,1 x 70,8 x 7,65 mm mentre il peso è pari a 165 grammi. La connettività mobile di Huawei P20 comprende 4G LTE-A Pro Cat 18 (1,2 Gbit/s in DL e 150 Mbit/s in UL), HSDPA+ fino a 42,2 Mbit/s, HSUPA, 3G e 2G. Non mancano ovviamente Wi-Fi 802.11 ac, Bluetooth 4.2, GPS/A-GPS/Glonass/BeiDou e NFC.
Recensione Huawei P20 – Fotocamera
Come abbiamo scritto poco più sopra, durante il lancio internazionale, Huawei per la serie P20 ha puntato molto sulla versione Pro con tripla fotocamera. Huawei P20 è stato quindi in parte oscurato dal fratello maggiore, più prestante, evoluto e costoso.
La sua doppia fotocamera però non ci ha deluso. Ricordiamo che si tratta di un doppio sensore da 12 MPixel con dimensione di 1/2,3″ e 1,55 µm con l’ottica Leica che ha apertura di f/1.8, focale da 27mm e OIS. Il secondo sensore, monocromatico, è da 20 MPixel con apertura di f/1.6 e focale di 27mm ma senza OIS.
La messa a fuoco di Huawei P20 è di tipo ibrido con PDAF e laser mentre è possibile sfruttare uno zoom digitale 2X senza perdita di qualità (anche grazie all’AI). La fotocamera frontale è da 24 MPixel con apertura di f/2.0 che viene impiegata anche per il riconoscimento facciale.
Abbiamo provato Huawei P20 in diverse situazioni, dalle immagini di cibo (per Instagram) fino a paesaggi, condizioni di scarsa luminosità, ritratti e selfie oltre che “stile libero”. Facendo un breve riassunto della nostra esperienza, troviamo come le fotocamere unite all’AI permettano di scattare foto che non hanno bisogno di un ritocco.
In condizioni di bassa luminosità, grazie alla riduzione del rumore si può scattare senza utilizzare il flash anche con pochissima luce ottenendo buoni risultati. Le fotografie a pietanze di vario genere risultano essere di ottimo livello così come le fotografie a panorami (soprattutto quando c’è molto cielo nell’immagine).
Per quanto riguarda ritratti e selfie (fotocamera posteriore e anteriore rispettivamente), Huawei P20 permette di avere una buona qualità con il “filtro bellezza” attivato su livelli medi. Un po’ meno curata è la parte di illuminazione dinamica artificiale data dall’AI che non ci ha particolarmente stupito.
L’effetto bokeh, ormai immancabile, è forse un po’ troppo pastellato e pur mettendo in risalto il soggetto, rende la fotografia meno d’impatto di quella che potrebbe essere. Gli animali (come cani e gatti) vengono riconosciuti correttamente e viene applicata una correzione incisiva che consente di scattare “belle fotografie”.
Le immagini degli interni con illuminazione media sono sicuramente d’effetto e non vi potrete lamentare della qualità complessiva di Huawei P20. Anche lo zoom 2X, pur essendo digitale, permette di ottenere risultati più che buoni (considerando la tecnologia).
Le riprese video sono di buona qualità con buoni dettagli e buona resa dei colori che sono saturi al punto giusto per risultare sin da subito gradevoli (anche se forse si perde un po’ in autenticità). Uno degli effetti negativi dell’utilizzo della fotocamera e dell’AI è il surriscaldarsi del dispositivo e il consumo anomalo rispetto a quando non vengono impiegate le fotocamere, tenetene conto per l’autonomia complessiva di Huawei P20.
Recensione Huawei P20 – Software
Per questo prodotto, la società cinese ha puntato su Android 8.1.0 (nel momento in cui scriviamo) e l’interfaccia EMUI 8.1. L’accoppiata permette di sfruttare anche in questo caso l’intelligenza artificiale di Huawei P20 per velocizzare il sistema, che effettivamente risulta particolarmente reattivo.
Le possibilità di personalizzazione, anche senza andare ad agire sul launcher, cambiandolo, sono di buon livello. Ricordiamo che si può nascondere il notch con l’apposita scheda in “display -> tacca”.
Possiamo anche sfruttare lo sblocco facciale per la sicurezza (anche se non è evoluto come Face ID di Apple): la funzionalità del sistema di Huawei P20 è relativa e, per esempio, con occhiali da sole indossati non è possibile riconoscere il volto così come con luce scarsa o angolazioni non idonee. Rimane un sistema che comunque, per la maggior parte degli utenti potrebbe essere ritenuto comodo, anche se non infallibile.
Una problematica che ci è capitata con il software Huawei è la compatibilità con l’app Fitbit e relativi smartwatch (in particolare Fitbit Versa): secondo Fitbit i due non sono compatibili per via dell’app ma possiamo dire che la realtà è una via di mezzo. La compatibilità è solo parziale, secondo quanto provato, ma si potrebbe incorrere in blocchi durante la sincronizzazione tra smartphone e smartwatch. Da tenere presente durante l’acquisto.
Recensione Huawei P20 – Autonomia
Per quanto riguarda l’autonomia di Huawei P20 abbiamo giudizi contrastanti. Se durante il test con il benchmark PcMark di Futuremark abbiamo ottenuto risultati decisamente positivi, nel caso delle condizioni reali di utilizzo l’autonomia è stata solamente un po’ superiore alla media.
La batteria ha una capacità di 3400 mAh, di tipo non removibile. La ricarica rapida consente di avere velocemente a disposizione lo smartphone anche quando quasi completamente scarico.
Come scritto più sopra, è quando interviene l’AI (soprattutto con l’utilizzo della fotocamera) che questa tende a essere decisamente inferiore. Certamente difficilmente ci si troverà a impiegare Huawei P20 per lunghe sessioni fotografiche non-stop, ma l’impatto ci è sembrato comunque “importante”.
Recensione Huawei P20 – Specifiche
- Display: 19:9 da 5,8″ FHD+ LTPS IPS 2240×1080 pixel
- SoC: Kirin 970 octa-core (4 x 2,36 GHz e 4 x 1,8 GHz)
- GPU: Mali-G72 MP12
- RAM: 4 GB
- Storage: 128 GB non espandibile
- Connettività: LTE-A Pro Cat 18, NFC, Bluetooth 4.2, Wi-Fi 802.11 ac
- NanoSIM
- Fotocamera frontale da 24 MPixel, f/2.0
- Fotocamera posteriore da 12 MPixel, f/1.8, 20 MPixel, f/2.0, OIS, flash dual-LED
- Batteria: 3400 mAh
- Connettore USB 3.1 Type-C, lettore impronte digitali
- Sistema Operativo: Android 8.1.0 con EMUI 8.1
- Dimensioni: 149,1 x 70,8 x 7,7 mm, peso di 165 grammi
Recensione Huawei P20 – Conclusioni
Rispondendo alla domanda iniziale, Huawei P20 è sicuramente un prodotto maturo, magari non perfetto, ma un balzo in avanti che lo pone in diretta concorrenza con i principali brand.
Ricapitolando i punti a favore c’è una costruzione di buon/ottimo livello. La scelta del notch ha diviso, ma l’opzione software per mascherarlo permette di accontentare un po’ tutti. La mancanza del jack 3,5 mm può non essere apprezzata da molti, ma le tante cuffie e auricolari Bluetooth presentati in questi mesi aiuteranno a utilizzare Huawei P20 (anche grazie al supporto a Qualcomm aptX).
La doppia fotocamera posteriore, come abbiamo avuto modo di scrivere, è di ottimo livello in quasi tutte le condizioni. Gli scatti di prova effettuati con Huawei P20, che potete vedere qui sopra, senza alcuna modifica, sono il miglior biglietto da visita di questo smartphone.
L’utilizzo dell’AI per il riconoscimento delle scene è effettivamente efficace e consente, come scritto, di avere scatti sin da subito belli e pronti per i social network o per la scatola dei ricordi. Il processore è potente e non da problemi anche quando accoppiato a 4 GB di RAM, che non fanno sentire la mancanza dei 6 GB o degli 8 GB di altri modelli sul mercato.
Tra i punti meno luminosi troviamo l’audio della cassa di Huawei P20 che è poco potente così come la qualità durante le chiamate audio che è nella media e non da prodotto di fascia alta. L’impossibilità di espandere la memoria tramite microSD non lo troviamo un peccato così grave, con 128 GB di spazio buona parte degli utenti si potrà ritenere soddisfatto.
Come abbiamo notato, l’illuminazione dinamica artificiale di Huawei P20 che funziona tramite AI non riesce a fornire una qualità veramente apprezzabile (a differenza degli altri comparti).
Ricordiamo anche che manca la resistenza all’acqua IP67 o IP68 ma c’è quella agli “schizzi” IP53. L’effetto bokeh fatto attraverso l’AI è forse fin troppo “aggressivo” sullo sfondo del soggetto (pur riuscendo a metterlo in risalto).
L’autonomia operativa di Huawei P20 è di livello medio quando si impiega tanto la fotocamera, come sottolineato più di una volta, mentre in un utilizzo meno rivolto alle fotografie riesce a essere di buon livello grazie alla parsimonia nel consumo della parte hardware.
Attualmente il prezzo “su strada” di Huawei P20 è pari a circa 500 euro inferiore quindi a quello di Galaxy S9 (diretto concorrente). Se il produttore manterrà le promesse per quanto riguarda supporto e aggiornamenti software, ci si potrà portare a casa un prodotto sicuramente interessante e duraturo in grado di essere un compagno affidabile delle proprie giornate.